Alla ricerca del romance perduto – Inside Books #5
Come si trovano contenuti originali ed emozionanti evitando l’omologazione? Dai nostri feed social ai romanzi d’amore, dalle rom-com a Sanremo, è ancora possibile resistere al marketing?
Sopravvivere al Festival di Sanremo è stato difficile ma ne sono uscita quasi incolume1. Skippare praticamente tutti i contenuti presenti sui miei social a riguardo è stato propedeutico per leggere di più, questo glielo riconosco.
Inoltre, ho provato a fare un esperimento, silenziando tutti i post che ritenevo completamente inutili, omologanti, banali e/o fastidiosi e incoraggiando post di natura più “insolita” e informativa, anche andando oltre i miei interessi principali. Il risultato è che mi sono stati mostrati contenuti parzialmente inediti e anche un po’ bislacchi, ne sono felice.
Ci sono mille modi per “azzerare” l’algoritmo e addestrarlo daccapo per dare un po’ di freschezza ai nostri feed. Consiglio di farlo per evitare la frustrazione e la noia di vedere contenuti sempre uguali. Adesso sto incoraggiando post con papere, case abbandonate e persone vestite da bibliotecarie con occhiali dalla montatura di corno che mi fanno vedere la calligrafia di Jane Austen.
In tema ricorrenze, è passato anche San Valentino che è sempre una buona scusa per mangiare più cioccolata del solito, ma anche per riflettere su qualche coppia scoppiata della letteratura, come ha fatto LitHub in quest’articolo spassoso. Se sentite di più il romanticismo, invece, su The Atlantic, si consigliano 5 romanzi in cui la storia d’amore viene fuori senza diventare l’elemento principale del libro.
La lista è questa:
Così si perde la guerra del tempo di Amal El-Mohtar e Max Gladstone (io questo libro l’ho letto ma non l’ho capito, spiegatemi il perché così da farmelo rileggere);
Less di Andrew Sean Greer (Premio Pulitzer recente che mi ispira poco ma tra i miei progetti c’è anche quello di leggere tutti i vincitori del premio quindi mi toccherà);
A Play for the End of the World di Jai Chakrabarti (dalla trama mi ricorda Shantaram se fosse stato scritto da Salman Rushdie, potrebbe essere una schifezza incredibile o una meraviglia);
Monster in the Middle di Tiphanie Yanique (è ambientato a NYC ma forse non basta);
Lezioni di chimica di Bonnie Garmus (vorrei vedere la serie tv di Apple TV+, qualcuno l’ha vista?).
Credo sia interessante consigliare storie d’amore al di fuori del genere “predisposto” a raccontarle. Perché anche se quasi tutti, bene o male, sono interessati al tema vastissimo dell’amore, non tutti apprezzano la declinazione romance in cui il destino amoroso dei personaggi diventa in maniera esasperante l’unica o quasi questione d’interesse, spesso a scapito di concetti che per alcuni lettori invece sono fondamentali (come la caratterizzazione dell’ambientazione o lo stile della prosa).
Capisco perfettamente che quando si legge un certo genere ci sono delle regole di contesto e dei linguaggi propri per cui talvolta la sospensione dell’incredulità passa in secondo piano, a favore del divertimento o del messaggio. La comunicazione si declina diversamente a seconda della cornice narrativa in cui siamo: un episodio di Futurama non segue gli stessi dettami di un racconto fantascientifico (per quanto possa contenere paradossalmente gli stessi elementi “fantastici”), così come una fan fiction non viene imbastita sugli stessi schemi del romanzo da cui è tratta (per quanto abbia gli stessi personaggi!). Ma non c’è niente di male nel dire che non funziona per tutti.
Se per alcune persone i romance rappresentano delle sacrosante isole d’evasione – davvero, no shame – per altri sono delle esperienze frustranti. Io stessa recentemente ho provato ad ascoltare Booklovers di Emily Henry, ma più che del piacevole intrattenimento ho trovato solo tedio per i miei nervi e una quantità esorbitante di stereotipi.
Credo anche che ci siano forti spinte di marketing per rendere questo genere di storie sempre più “usa e getta”, prodotti ultra categorizzati che lasciano pochissima ambiguità. Per esempio, l’etichetta specifica di Booklovers è “enemies to lovers”, cioè coppie di rivali che finiscono per innamorarsi. Se cercate questo hashtag su TikTok vi ritroverete inondati da copertine molto simili tra loro, anche perché di solito si tende a replicare il successo commerciale dei romanzi più famosi – come succede d’altra parte con la narrativa generale in cui si insegue la logica del bestseller. Nel romance, però, mi sembra che questa dinamica “replicante” sia più stringente per gli scrittori e più aggressiva per i lettori.
Io volevo solo frignare come faccio di fronte a Nothing Hill o sghignazzare come quando guardo Il matrimonio del mio miglior amico. Riuscirò a emozionarmi allo stesso modo con un romance? O forse, essendo la letteratura il mio ambito d’elezione, sono diventata ormai ipercritica? Mi ci incaponirò su questo genere, lo so. Perché sono testarda, curiosa e spinta anche da quella parte orrenda dell’essere umano che ti invoglia a sbirciare le scene degli incidenti stradali in cerca del sangue.
Nel frattempo al cinema è arrivato Anyone but you, la rom-com con Sydney Sweeney e Glen Powell che sta facendo impazzire tutti. Anche qui: ennesima ondata di hype generato dal marketing oppure la promessa di una commedia edgy sarà mantenuta?
Sempre alla ricerca di romanticismo, sono curiosa di vedere One day, trasposizione seriale su Netflix del romanzo di David Nicholls che era già diventato un film parecchio odiato dai lettori del libro ma tutto sommato dignitosissimo per farsi un bel piantarello. “I love you but I don’t like you anymore” è tra le frasi più vere e dolorose che possiate sentire sulla fine di un amore.
Per uscire un po’ fuori dagli schemi dell’amore romantico, vi invito a leggere tre saggi (non per incensarne ogni aspetto ma per cambiare prospettiva):
La fine dell’amore di Eva Illouz, uno studio sociologico sulle relazioni contemporanee, soprattutto quelle negative.
Tutto sull’amore di bell hooks, su come questo sentimento possa diventare una forza politica di cambiamento.
Il capitale amoroso di Jennifer Guerra, un testo più accessibile e divulgativo che espone i mille modi in cui l’amore si ribella e trasforma i nostri preconcetti e le nostre convenzioni.
Sempre sul concetto di ripensare l’amore romantico, c’è questa intervista pazza a Jia Tolentino, autrice di Trick Mirror (in cui si parla a lungo dell’autoinganno dei sentimenti e di matrimoni bislacchi), a cui vengono poste 12 domande apparentemente normali ma lei è sotto effetto di stupefacenti e…be’… è Jia Tolentino quindi le risposte sono sempre illuminanti:
I guess romantic love has something to do with the near-impossibility of meeting someone who you truly don’t get sick of, and the fact that someone can know you well enough to make you cry in any way from the intensity of that knowledge.
Editoria e dintorni
Prima di parlare delle uscite più interessanti delle ultime settimane in libreria, due articoli su un tema spinoso: la diversità culturale nell’industria editoriale.
On the dominance of American culture in book publishing.
E sempre sul tema 👇
Cosa vuoi fare da grande? Quello che hanno fatto la scrittrice Lauren Groff e suo marito in Florida. Decidere di aprire una libreria indipendente nella loro città natale per vendere i titoli messi al bando dal sistema scolastico statunitense come forma di resistenza contro ogni censura. Lo racconta in un episodio del podcast fiction/non/fiction.
A proposito di librerie specializzate, lo sapevi che in Europa ne stanno aprendo tantissime dedicate a libri scritti e/o illustrati solo da donne? Da Edimburgo a Madrid, da Lisbona a Roma, un’ondata di aperture “che vuole restituire voce e spazio alle autrici, passate e presenti, alle loro storie e alle loro idee”. Se ne parla meglio qui.
Tra i libri in uscita o di recente pubblicazione, segnalo innanzi tutto Tangerinn di Emanuela Anechoum per Edizioni E/O. È la storia di una expat che ritorna al paese d’origine per il funerale del padre. L’autrice è di Reggio Calabria, classe ‘91 e anche lei ha lavorato all’estero, lontano da casa. Nel romanzo racconta questa frattura e il bisogno di radici della generazione millennial.
È arrivato anche La foresta del nord di Daniel Mason, edito da Neri Pozza. Era stato inserito tra i libri migliori dell’anno scorso dal New York Times. La trama è affascinante quanto vaga: “in quattro secoli, i protagonisti di questa grande storia dell’America si confrontano con la meraviglia e il mistero che li circonda”. Io lo leggerò. O almeno, ci proverò.
Sul fronte saggi, è uscito L’Italia dei libri di Tommaso Munari. La categoria è quella dei “books on books”, libri sui libri. Si attraversa la storia d’Italia attraverso le vicende di dieci illustri editori: “un viaggio lungo un secolo e mezzo tra libri e autori, cultura e mercato”.
Sempre per Einaudi arrivano a breve:
Aut-Aut di Elif Batuman. STA SUCCEDENDO. Con la traduzione di Federica Aceto, sarà disponibile dal 12 marzo con una copertina stupenda. Se aspetti questo college novel da eoni, puoi preordinarlo da Amazon o Feltrinelli. La domanda ora è: rileggere L’idiota (di cui Aut-Aut è il seguito), sì o no?
un nuovo libro di non fiction di Rachel Cusk, Coventry: una raccolta di scritti letterari, culturali e in parte memoir.
Che si legge?
Nell’ultimo video vi ho parlato approfonditamente di Dalla parte di lei di Alba De Cespedes (di cui attualmente sto ascoltando l’esordio, Nessuno torna indietro, una bella narrazione corale al femminile nella Roma degli anni Trenta), la storia di un grande amore e di un delitto. Sulla commistione tra amore, violenza e genere, ho letto questa riflessione che parte dall’antichità e dai miti classici per mettere in luce la problematicità della “vendetta” come tema. Sempre nel video ho messo in mezzo anche quel matto di Alasdair Grey (un altro che ha messo a soqquadro la concezione canonica e contrattualistica del rapporto uomo-donna) e vi ho suggerito Jaqueline Harpman, una scrittrice belga originalissima che scommetto non avete mai letto.
Qui invece recensioni lampo su un tris di libri brevi che mi sono piaciuti da molto a molto poco.
E qui infine potete recuperare la bella conversazione in live con Gaetano Pagano, dedicata a quel dispositivo di osservazione straordinaria che è la casa infestata. Ne avevamo già parlato a inizio mese nel numero speciale della newsletter su Edgar Allan Poe e dintorni, ma abbiamo ampliato gli orizzonti e dato un bel po’ di suggerimenti di lettura.
Noi ci risentiamo con il focus su Moby Dick per chiudere in bellezza la prima tappa dei Mattoni Americani!
Chissà come faremo senza l’avvistamento quotidiano della nostra balena, ormai mi ci ero affezionata. A proposito, la scienza intanto ha imparato a parlare il balenese. Lascio sedimentare in voi questa consapevolezza. Chissà cosa ci avrebbe detto Moby Dick se avesse avuto parola. Avrebbe denunciato Achab per stalking probabilmente.
Buone letture e alla prossima!
Se hai dei suggerimenti su tematiche da affrontare, libri, meme e/o dritte di ogni tipo, scrivimi pure sui miei account social. Se vuoi informazioni sull’abbonamento scrivi a: info@nredizioni.it
Anyone but you è una commedia romantica abbastanza bruttina (commento da amante delle commedie in generale). Di Lezioni di chimica varrebbe più la pena leggere il libro che non guardare la serie. Grazie come sempre per tutte le segnalazioni di cose da leggere 🫶🏻
Il romance non è il mio genere preferito, ma ogni tanto mi fa piacere leggere una storia d’amore, però mi lascia perplessa la tendenza di questi ultimi tempi di etichettare i romance (e anche i fantasy o romantasy…) per “trope”, quindi “enemies to lovers”, “friends to lovers”, ecc. A me non piace scegliere le storie in base al trope… di solito cerco una storia che sia scritta bene, con una sua coerenza interna… scegliere libri in base al trope mi darebbe l’impressione di togliermi parte della “sorpresa”… devo dire anche che non capisco il motivo per cui il dark romance è così popolare ultimamente, magari sbaglio io, ma mi sembra la romanticizzazione delle relazioni tossiche che nella vita nessuno vorrebbe vivere veramente (almeno spero 😅).