Tutto quello che non leggiamo – Inside Books #20
Tra polemiche e mal di pancia editoriali, cosa si salva dell’anno appena trascorso?
In concomitanza della consueta compilazione dei propositi di lettura per il 2025, mi premeva informarvi di tutti quei libri che sono usciti nel 2024 e che noi abbiamo bellamente ignorato.
È inevitabile: il mercato editoriale è assai affollato e nessuno pretende che si legga tutto ciò che viene pubblicato. Ma si può fare una scrematura ragionata, seguendo i propri gusti e inclinazioni personali così come una sana curiosità intellettuale. Perciò adoro le liste di fine anno che vengono condivise puntualmente (o meno) con un riepilogo dei titoli più rilevanti: ci aiutano a orientarci meglio in un marasma di novità. È quello che ha fatto LitHub, per esempio, facendo una rassegna – quantitativa – dei libri più citati dalla critica nel 2024.
Se volete anche la mia personale selezione di cosa “salvare” degli ultimi 12 mesi, comprensiva della narrativa italiana, la trovate in questo video:
La triade da appuntare per la narrativa straniera è formata da:
A quattro zampe, il racconto sul risveglio sessuale di una donna matura, scritto da Miranda July, artista poliedrica e originale. Pare che l’impatto di questo titolo sia stato così profondo da aver letteralmente cambiato la vita a molte donne che l’hanno letto.
James di Percival Everett, una rivisitazione sagace di Huckleberry Finn di Mark Twain. L’autore si potrebbe annoverare – così come Colson Whitehead e Jesmyn Ward – alla Neo Slave Narrative, un filone letterario che prova a riappropriarsi della rappresentazione della storia schiavista per mano di autori spesso satirici ed eversivi (così come i registri che decidono di utilizzare). Qui un reel per approfondire.
Martire! di Kaveh Akbar, libro finalista al National Book Award 2024.
Per quanto riguarda la narrativa italiana, invece, è l’anno del ritorno di Walter Siti, considerato il più importante scrittore italiano vivente, che consegna il suo dodicesimo romanzo, I figli sono finiti. Io, al contrario, ho fatto un tuffo nel passato della sua carriera e sto leggendo un suo titolo del 1998, Troppi Paradisi, che è un ritratto sublime dell’homus televisivus e della sua mediocrità ma anche un’analisi mediatica eccellente della televisione italiana come moltiplicatrice di vuoti e proiezione di una realtà “depotenziata”.
Nel 2024 è tornato anche, Alessandro Piperno, uno scrittore colto, noto per il racconto della borghesia romana di origine ebraica, presente anche nel suo Aria di Famiglia. Ma si è discusso molto anche di un titolo al di fuori degli scenari consueti: Missitalia di Claudia Durastanti, che sceglie come sfondo ambientazioni corsare e futuristiche.
Se non ne avete abbastanza, c’è anche una classifica (tutta in grafica, con sole le copertine) dei “100 notable books” del 2024, a cura del New York Times
Editoria e dintorni
Qual è la polemichetta editoriale del momento?
Alcuni utenti di Fable – una scintillante piattaforma social, dedicata alla lettura – hanno denunciato un uso inappropriato dell’AI, che avrebbe fatto ricorso a un linguaggio razzista e discriminatorio nei confronti degli utenti.
Tutto è partito dalla creator tianas_littalk che ha pubblicato sui suoi social il risultato – prodotto dall’AI – del suo wrap-up annuale, ovvero una funzione che, analogamente al modello di Spotify, riepiloga alcune statistiche di lettura, personalizzandole per ogni utente, in maniera goliardica. Purtroppo da ridere c’è stato ben poco perché sono state riportate delle espressioni che hanno indignato gli utenti come: “non dimenticare di leggere qualche autore bianco, ogni tanto”.
Nel tentativo di risultare amichevole e informale, lo strumento di intelligenza artificiale evidentemente ha fatto ricorso a stereotipi e colloquialismi considerati inappropriati alla community, sensibile alle tematiche di inclusività. In effetti, non è emerso nulla di particolarmente inaccettabile ma è un errore piuttosto grossolano quello di non rendersi conto delle esigenze del tuo pubblico. Purtroppo, nella furia di offrire funzionalità tecnologiche accattivanti, ma non sufficientemente rodate o basate su dati stereotipici, si rischia di avere tra le mani una bomba a orologeria.
Fable si è scusato, asserendo che risolveranno il problema. Ma in quali termini? Un altro punto rilevante è che molti utenti erano totalmente ignari che Fable facesse ricorso all’AI, non essendo segnalato chiaramente da nessuna parte sulla piattaforma. Qui per approfondire.
Non che su Goodreads si respiri un’aria migliore. A parte il fatto che non si vede un serio aggiornamento da circa dieci anni (dateci le mezze stelline e la possibilità di segnare un libro come “abbandonato”, per favore), con conseguenti malfunzionamenti, si leggono sempre più citazioni mal attribuite agli autori e nell’èra delle informazioni fuori contesto questo è… un male.
Con l’arrivo del nuovo anno, poi, si è tornato a parlare delle vituperate sfide di lettura sui social, con le solite critiche musone “la lettura non è una gara”, “li leggi davvero tutti quei libri o è solo performance?”, ecc.
Addirittura Goodreads ha “nascosto” dai profili pubblici la sua feature più famosa, ovvero la “reading challenge”, che mostrava, appunto, il numero dei libri che si desidera leggere annualmente. Si è ancora invitati a impostarla ma rimane una funzionalità “privata” di default, volutamente non mostrata agli altri utenti.
Trovo incomprensibile come qualcuno si possa sentire ferito dal numero di libri che legge un’altra persona. Capisco la lotta contro la produttività eccessiva che sta contaminando ogni aspetto delle nostre vite, ma non mi sembra il caso di chiamare l’Inquisizione per verificare se leggo meglio o peggio degli altri. Lo spirito critico è sempre un gradito ospite, ma se ci sentiamo minacciati dalle persone che leggono, a prescindere di come e quanto, abbiamo un grave problema di insicurezza intellettuale.
Senza contare che le challenge sono semplicemente dei giochi, dei modi per curiosare nelle librerie altrui, per tener traccia delle letture e, in ultima analisi, uno sfizio. Sì, esatto, si fanno per divertimento. Se poi qualcuno la trasforma in una gara non è certo “il gioco” l’origine di quest’ansia, ma il fatto che siamo immersi in una società utilitaristica dove il valore delle cose è sempre quantificabile e misurabile. Nascondere quel numerino lì, cambierà le cose? Credo di no, visto che, alla fine, chi vorrà potrà sempre divulgarlo a chicchessia sui propri social.
Mi sembra che siano i lettori deboli a preoccuparsi del numero di libri che mediamente qualcuno decide di leggere ma, non avendo dati a supporto, rimane una mia impressione. Proseguo con i pareri personali non richiesti con una riflessione banale ma in questo contesto fondamentale: invece di offendersi se qualcuno legge più o meglio di noi, forse è il caso di preoccuparsi più che nessuno legga. Come infatti sta succedendo.
Con l’aria che si respira, mi pare di capire che stia diventando più saggio monitorare autonomamente i libri letti. Io vi ricordo che il mio reading journal è disponibile in tutti gli store online. Carta e penna non possono deludere nessuno.
Tornando alle notizie liete:
Il consueto accostamento di Waterstone tra gli abiti dei red carpet degli eventi mondani (in questo caso dei Golden Globe) e le copertine dei libri.
Ottessa Moshfegh racconta quanto è strano sentirsi oppressi e allo stesso tempo magnetizzati dalla lettura di Dostoevskij.
Oltre ai bookseller, non dimentichiamo gli ugualmente fondamentali barkseller. Allarme tenerezza fuori scala.
Quali sono i libri che attendiamo di più nel 2025? Ce lo dice universoletterario. Qualcuno ha detto Paul Murray? Datemi un romanzo familiare e io sarò felice.
A proposito avete compilato la TBR del 2025? Ci avete messo i #MattonItaliani, sì? Avete già dato fuoco alla lista di libri che non siete riusciti a leggere nel 2024 o siete dei completisti e volete a tutti i costi fissarvi su dei titoli che avete ignorato negli scorsi mesi?
Personalmente, mi sento come questi due post che ho salvato su Instagram (sulle pagine preziosissime di whatsjoanareading e papermuses), ma la sto preparando e arriverà come sempre su questi schermi.
Appuntamenti e miscellanea
Arriva in Italia Pedro Oyarbide, illustratore delle copertine di Michael McDowell (l’autore della saga di Blackwater) e sarà in Italia per due eventi speciali giovedì 16 e venerdì 17 gennaio a Roma e Milano. Qui i dettagli.
Volevo ringraziare tutte le persone che sono passate alla Legatoria Prampolini il 27 dicembre, è stato bello tornare nella mia città Natale per presentare il mio journal, che è un bel traguardo per me ma anche, spero, un bel regalo per la nostra community. Con l’occasione, mi hanno fatto una piccola intervista che potete trovare qui.
Tra pochi giorni uscirà il calendario ufficiale degli appuntamenti in libreria Hoepli per i Mattoni Italiani. Ci sono delle novità che non vedo l’ora di svelarvi. Nel frattempo, del progetto, ha parlato anche IlLibraio.it.
Avete già iniziato La Storia di Elsa Morante? È la prima tappa.Quasi tutti i Mattoni sono su Storytel, qui per iniziare la tua prova gratuita di ascolto!
Non rimane che chiudere questo numero della newsletter e aprire un buon libro.
Buon inizio! Spero che le email vi abbiano raggiunto più placidamente che mai e che non vi abbiano trovato come hanno trovato me:
Se hai dei suggerimenti su tematiche da affrontare, libri, meme e/o dritte di ogni tipo, scrivimi pure sui miei account social. Se vuoi informazioni sull’abbonamento scrivi a: info@nredizioni.it
La mia TBR si trascina di anno in anno, ho un foglio Excel in cui tengo conto dei libri letti e in TBR e ogni anno lo rinomino. Poi a volte faccio pulizia dei titoli per i quali proprio non sento trasporto (spesso regalati) ma generalmente il mio procrastinare una lettura è più per mancanza di tempo che per non voglia di leggere quel libro (vuoi perché ho ripreso l'uni e a volte tra lavoro e studio leggere altro è difficile, vuoi perché escono libri interessanti e si ha voglia di leggerli subito).
Sul discorso reading challenge trovo molto triste che ormai qualsiasi cosa, anche una cosa senza alcuna importanza come questa, sia frutto di polemiche e possa generare ansie alle persone. Probabilmente viviamo davvero sul ciglio del burnout e ogni cosa ci fa sbottare. L'unica è prepararsi un tè e leggere un buon libro. :)
Mi dispiace molto che Goodreads abbia reso la reading challenge privata. Onestamente trovavo carino vedere le sfide di lettura dei miei amici, è un modo per seguire anche i loro progressi oltre che i miei. Temo che la considerazione possa essere stata “mostriamo meno per non mettere ansia alla gente” visto che ormai i social vivono di polemiche su cosa fanno (e quanto leggono) gli altri. Onestamente, spero ci ripenseranno.