Diario di bordo del nostro viaggio con la balena bianca – Appuntagli #1
Un insieme disordinato di annotazioni, minutaglie, link, curiosità e commenti durante la lettura condivisa di Moby Dick
Questo è appuntagli, uno spazio che già dal nome dovrebbe suggerirvi uno scartafaccio, un insieme disordinato di annotazioni, minutaglie, link, curiosità e commenti che mi sono venuti in mente o che voi avete espresso durante la lettura condivisa di Moby Dick che stiamo leggendo insieme per il gruppo di lettura sui Mattoni Americani. Nel frattempo è uscito anche il calendario degli incontri in libreria. Se non potete partecipare, non vi preoccupate, perché ci saranno approfondimenti e live online alla fine dei due mesi necessari per ogni tappa.
A proposito di Mattoni Americani, oggi è l’anniversario di nascita di Edgar Allan Poe (Boston, 19 gennaio 1809 – Baltimora, 7 ottobre 1849). 215 anni, complimenti! Sapete che non si sa ancora che cosa effettivamente l’abbia ucciso? La sua dipartita sembra quasi uno dei suoi racconti, ancora avvolta nel mistero.
Come omaggio di compleanno, arriverà uno speciale su questo baldo giovane tra qualche settimana. Sono come quelle brutte sagome che non portano mai il regalo alla festa ma accampano qualche scusa per giustificare il ritardo. Per farmi perdonare, vi lascio con una storia sconvolgente sulla sua rivalità con un collega scribacchino hater, sotto cui si cela una relazione d’odio e amore degna di una telenovela, con tanto di faide scandalose sui giornali, gelosie e – non sto scherzando – necrologi infamanti.
Ma cos’è Appuntagli?
È un diario di bordo dove voglio tener traccia di alcune riflessioni sul libro che mi avete segnalato sui social (prima che si disperdano nell’etere), appuntare alcune bizzarrie che nascono sul gruppo Telegram che utilizziamo per i pensieri più estemporanei (e i commenti al vetriolo). Insomma, tutto ciò che fa parte di un gruppo di lettura online ma che – per i limiti dei mezzi tecnologici – è condannato a essere transitorio e volatile. Mi piace l’idea di poter tornare tra qualche mese a sfogliare questa pagina e ritrovare battute, impressioni, buffonerie e chiacchiere tra amici.
Perdonerete quindi il guazzabuglio di suggestioni, screen, link e quant’altro. Lasciatevi ispirare.
Non deve avere senso, basta che funzioni!
P.S.: a proposito di casino, nell’immagine in alto noterete i miei esperimenti con l’AI generativa. Sì, la mia ossessione per Moby Dick si è estesa agli strumenti grafici. Il risultato non è male: balene rugose e con tre occhi. Poteva andare molto peggio.
Vedere balene ovunque
Non sono l’unica a vedere la balena ovunque, a quanto pare. Siamo quasi all’illusione pareidolitica, quella di chi vede la faccia di Gesù nei toast.
E le coincidenze non sono ancora finite. A Milano, al Teatro Elfo Puccini andrà in scena lo spettacolo “Moby Dick alla prova” di Orson Welles, diretto da Elio De Capitani, tratto dal romanzo di Herman Melville. La prima serata sarà il 14 febbraio ma il teatro ha riservato per noi una promozione speciale sul costo del biglietto (da 32 euro a 16 euro) per lo spettacolo di martedì 20 febbraio alle 20:30. Inoltre, c’è anche la possibilità di partecipare a un incontro nel pre-serata dalle 18:30 con regista e compagnia teatrale che ci racconteranno come hanno lavorato sui testi e l’interpretazione che ne hanno dato. Ci sarò anch’io! Trovate tutte le informazioni e le modalità per acquistare il biglietto online qui. Per chiunque preferisca altre modalità di prenotazione, c’è l’email promozione@elfo.org. Qui sotto trovate invece il trailer.
Su Orson Welles, un uomo OSSESSIONATO da Moby Dick, trovate su YouTube la sua interpretazione di Padre Mapple nel film del 1956, in cui recita il sermone su Giona.
Sul romanzo
Come immaginavo, nei vostri commenti ho letto pareri divisivi sul caro Melville: c’è chi si lascia incantare e c’è chi si lascia cullare, ma in un altro senso… 😴. Tuttavia, non ho registrato mai odio viscerale, soltanto frustrazione per le sue lungaggini, comunque compensata dall’unanime tenerezza per gli intermezzi comici tra Ishmael e Queequeg su cui si è a lungo ironizzato per la loro bromance. Melville comunque, nonostante tutta questa titanica ruvidezza, era un cuore di panna, innamorato perso di Hawthorne, quasi uno stan e da come descrive l’amicizia nei suoi libri, si capisce che avrebbe fatto di tutto per un sodale.
Quello che ho notato è che Moby Dick è un tipo di mattone completamente diverso rispetto ai romanzi d’appendice letti finora. Non è una storia appassionante, benché indubbiamente tesa verso una tragedia incombente. Crea aspettativa attraverso presagi e misteri ma non è una narrazione scandita da una trama orizzontale bensì da episodi, da singoli capitoli quasi autoconclusivi. Come se fosse composto da una miriade di quadri appesi in un salone comune, dalle dimensioni mastodontiche: a colpo d’occhio la sensazione è travolgente ma poi è nell’osservazione di ogni dipinto che ci si può davvero perdere a osservare ogni dettaglio. Magistrale è in questo senso la descrizione dell’equipaggio: il capitolo 27 (“Cavalieri e scudieri”), dedicato ai tre ufficiali – Starbuck, Stubb e Flask – è di una levigatezza estrema, perfettamente bilanciato tra marinaresca ruvidezza e solennità biblica.
Moby Dick non è romanzesco perché i romanzi americani sono ancora troppo dipendenti dalle parabole bibliche, dai sermoni puritani e quant’altro. Siamo ancora agli inizi. Ma la natura fondamentalmente diversa del libro è ciò che lo rende così originale, così profondamente assurdo e paradossale: c’è Shakespeare, c’è Milton, c’è il farsesco e il comico, c’è la narrativa di viaggio e di avventura e poi c’è anche… la cetologia.
Sul fatidico capitolo 32
È il celebre spartiacque del tomone. Se abbandoni la lettura, di solito abbandoni qui. Un capitolo dedicato interamente alla classificazione delle balene. Capisco le critiche perché oggettivamente la lettura è faticosa – tra descrizioni continue del capo o del fallo di ogni tipo di cetaceo e falso cetaceo incontrato mai nella storia – ma anche solo per lo sforzo dell’autore nel rendere poetico un testo così difficile da mettere insieme, si può solo provare ammirazione. Senza contare che alla fine sono 10 pagine e mi pare riuscito l’intento di rendere più godibile la lettura, aggiungendo alle descrizioni semi-naturalistiche anche il linguaggio comune usato dai marinai (porco di mare e balena della narice aka nostril whale per il narvalo fanno oggettivamente sorridere). Sugli errori scientifici (no, i trichechi non sono degli anfibi) vorrei dire solo una cosa: questo libro è stato scritto prima de L'origine della specie di Charles Darwin che è del 1859! È stato fatto un lavoro egregio, per le conoscenze del tempo. Altro che Achab, qui il monomaniaco è Melville, a cui va tutta la nostra assoluta devozione. A proposito, ricordo anche che Moby Dick è antecedente persino a Delitto e Castigo, dove c’è un altro matto al timone…
Ammetto comunque che i vostri commenti durante la traversata di questi momenti anatomici e non mi hanno fatto molto ridere. Il capitolo 42 dedicato al colore bianco è stato rinominato giustamente “50 sfumature di bianco”. Sull’analisi cromatica c’è anche questo articolo (non leggetelo se non avete finito il romanzo).
Qui sotto trovate diverse curiosità e stralci delle nostre conversazioni che ho messo insieme. Se ti sei arenata/o, spero possano darti la motivazione per farti andare avanti in quest’impresa!
Varie ed eventuali
Se sei in difficoltà o semplicemente curioso, ti consiglio questo video di Benjamin McEvoy su 10 consigli per leggere Moby Dick (sì, è training autogeno).
Ho visto che in tanti state accompagnando la lettura all’audiolibro, io sto trovando gradevolissima la lettura di Piero Baldini (su Audible). Ci sono, però, anche tantissime versioni gratuite e disponibili su tutte le piattaforme (da Spotify a YouTube).
Un membro del gruppo ha gentilmente inviato sotto mia minaccia richiesta, una foto di un’edizione critica meravigliosa della Norton che contiene anche la ricezione dell’opera. Non sempre molto lusinghiera, specialmente in prossimità della pubblicazione. Trovate uno stralcio dell’indice per farvi un’idea.
Il primo numero di Appuntagli termina qui. Vi avviso che la prossima settimana arriveranno altri materiali sulla balena bianca!
Intanto, buon proseguimento!
Se hai dei suggerimenti su tematiche da affrontare, libri, meme e/o dritte di ogni tipo, scrivimi pure sui miei account social. Se vuoi informazioni sull’abbonamento scrivi a: info@nredizioni.it
Posso dire che questo diario di bordo é davvero quello di cui avevo bisogno?
Io faccio parte della schiera a cui il libro sta pesando parecchio, continuo perché é comunque evidente l'importanza e il grandissimo lavoro fatto dall'autore.
Grazie Ilenia, ora mi vado ad unire al canale telegram :)
Bellissimo insieme di appuntagli, molto piacevole da leggere! Ho ritrovato alcuni dei commenti su Telegram che mi hanno fatto sorridere :) anche se io purtroppo faccio fatica a stare dietro al flusso di coscienza collettivo su Telegram (in senso positivo) perché ho poco tempo quindi la tua idea di mettere qui una sorta di “best of” mi piace molto! A me il romanzo era piaciuto la prima volta e mi sta piacendo di nuovo per la prosa e anche perché è un insieme di tante cose diverse, è come se Hermann avesse voluto creare un libro che racchiude tutti i generi conosciuti al tempo, forse lo avevi definito tu un “libro-balena”? Comunque definizione molto azzeccata secondo me 😊