Perché ci sono tante edizioni degli stessi libri in commercio? – Inside Books #26
Dal caso Adelphi-Einaudi su Philip Roth a Il Grande Gatsby: a chi conviene?
Probabilmente vi è stata mandata o avete visto sui social l’anticipazione (involontaria) della nuova edizione che Adelphi sta per pubblicare del quarto romanzo di Philiph Roth, quello che l’ha scaraventato nell’olimpo letterario, Lamento di Portnoy. O, come sarà nel nuovo volume, disponibile dal 20 maggio, solo Portnoy. Perché discostarsi dall’originale (Portnoy’s Complain)? Probabilmente per una ragione artistica ma, più probabilmente, per una questione commerciale.
Dato che da quest’anno Adelphi ripubblicherà piano piano tutte le opere di Roth, con un ordine non cronologico, dopo averne acquisito i diritti per l’Italia, dovrà necessariamente differenziarsi dalle edizioni di Einaudi, che fino a qualche mese fa erano in commercio (e ce ne sarà ancora qualcuna in libreria). Quella di pubblicare autori già editi da altri per ridargli nuova linfa non è un’operazione inedita per Adelphi, che ne ha fatto una sua filosofia. Pensiamo a Sciascia, già noto all’epoca dell’acquisizione adelphiana e passato all’editore dopo la sua morte. Oggi faticheremo a non definirlo un autore Adelphi. Ma è così anche per Simenon, Kundera e altri.
L’incognita qui è che Roth è un autore “recente”, che forse non aveva ancora bisogno di essere “riscoperto”, citatissimo e, sebbene forse non esattamente in cima alle classifiche di vendita, ben conosciuto dai lettori, dagli scrittori e dalla critica. Che tipo di trattamento “diverso” allora può riservargli Adelphi? La verità è che qualsiasi cosa faccia l’editore, già il solo fatto di essere in libreria con nuove vesti – e una copertina abbastanza disgustosa da rispecchiare lo spirito eretico, squallido e sublime del romanzo – è la condizione sufficiente per riportare luce e attenzione a qualsiasi autore.
Purtroppo il nostro mercato è trainato dalle novità, e anche i longseller o gli autori ben noti e conosciuti, hanno bisogno di manutenzione e… nuove edizioni. Perché? Per essere scoperti da lettori più giovani, per essere disseppelliti, rinfrescati e tirati a lucido per un altro giro di valzer. Sarebbe bello se fossero valorizzate operazioni diverse dalla semplice “riedizione”. Ma al momento il marketing editoriale è molto concentrato a fare edizioni deluxe, illustrate, di pregio, da collezione o semplicemente lo stesso volume con una nuova copertina.
Quante nuove edizioni di classici si fanno ogni anno? Il 2025 è il centenario de Il Grande Gatsby e, prevedibilmente, sono state annunciate decine di edizioni nuove. L’ultima, e la più bella, è quella della Folio Society (specializzata in edizioni “book porn”).
Devo ammettere che la curiosità indotta da quello che viene anche solo percepito come un titolo “nuovo” funziona. Tant’è vero che ne stiamo parlando. È il mercato, bellezza. Certo, alla base ci sono ragionamenti culturali convincenti: è l’opportunità di proporre nuove traduzioni, rivisitazioni, curatele, prospettive diverse che sono fondamentali per il mondo letterario. È il caso de Il demone meschino di Fëdor Sologub, recentemente riportato in libreria da Oscar Mondadori e traduzione di Mirco Gallenzi. È un capostipite del decadentismo russo e ha inaugurato una nuova fase della letteratura slava. Eppure, a lungo negletto in Italia.
Ci sono anche casi puramente “celebrativi” come la nuova edizione per il decimo anniversario dall’uscita di A Little life di Hanya Yanagihara.
Insomma, sembra sempre il momento buono per rendere “nuovo” un titolo. Conviene all’editore, alle librerie…e ai lettori? Forse a loro un po’ meno, visti i costi dei libri appena usciti, specialmente se in vesti “speciali”.
Non ho soluzioni, è meglio, però, mantenere uno sguardo critico perché le nuova edizioni assomigliano molto a un modo per immettersi disperatamente nel trend del momento, senza necessariamente una strategia lungimirante.
Nel frattempo noi così:
Non solo il mercato editoriale ma anch’io mi metto d’impegno per generare FOMO sulle novità in libreria e ansia da sovrapproduzione culturale, lo ammetto. Ma che ci posso fare se ho letto tantissimi libri belli? Io ve ne devo parlare, è più forte di me. Se sentite il bisogno di romanzoni, nell’ultimo video trovate diversi consigli di lettura (perché intitolarlo “vi obbligo a leggere Caledonian Road” era troppo esplicito).
Per bilanciare – e che non si dica che non vi faccio anche risparmiare – sul canale è uscita anche la live di discussione sull’ultimo libro della saga di Hunger Games. Ci ha tenuto compagnia? Sì, ma il riassunto è che è stata un’occasione mancata e dopo La Ballata dell’usignolo e del serpente (che ci aveva fatto ben sperare) si è rivelata una delusione. Peccato.
Altri contenuti che potreste esservi persi:
Un romanzo perfetto per i nerd della letteratura, un rompicapo per celebrare il potere delle storie come strumento di comprensione di noi stessi e di libertà.
Un sincero suggerimento per gli autori che vogliono mandare autonomamente i libri ai creator.
I Mattoni sono finiti su Robinson come primo esempio dell’indagine dell’inserto di Repubblica sui Gruppi di Lettura più seguiti in Italia. La cosa più preziosa è che siamo riusciti a inserire i vostri commenti su La Storia di Elsa Morante.
Editoria e dintorni
Sul New Yorker è uscito un pezzo che riporta il profilo letterario di Murata Sayaka e il suo “occhio alieno” sulla realtà, è curato da nientepocodimeno che Elif Batuman. Con cui ho anch’io avuto modo di chiacchierare, qui l’intervista che le ho fatto l’anno scorso a Venezia.
Pippi Calzelunghe ha compiuto 80 anni, e sembra più in forma che mai in questa edizione speciale (in tema con la newsletter) che le ha dedicato Salani. Oggi ci servono più ragazzine “cattive” come Pippi? Sì.
È uscito il programma del Salone del Libro di Torino, poco entusiasmo ma lo dobbiamo ancora spulciare per bene.
Dall’11 aprile Normal People, tratto dal romanzo di Sally Rooney, arriva su RaiPlay, sfoderiamo di nuovo i fazzoletti!
Per festeggiare i 20 anni di Shantaram, il 12 aprile Neri Pozza ha organizzato una maratona di lettura diffusa per tutta l’Italia.
Per il Salone del Mobile, dal 7 al 21 aprile, sarà esposta nel cortile della Pinacoteca di Brera, l’installazione artistica Library of Light di Es Devlin.
È uscito il nuovo libro di Teresa Ciabatti, si chiama Donnaregina e parla del rapporto tra una giornalista e un superboss della camorra, che la donna intervisterà per ragioni professionali (che presto si trasformeranno in ossessione personale).
E se Anna Karenina non fosse morta? È da questa domanda che nasce il podcast VIVE! Storie di eroine letterarie che si ribellano al loro tragico destino di Alessandra Sarchi, con Federica Fracassi, prodotto da Storie Libere, in collaborazione con il Corriere della Sera e Il Piccolo Teatro.
Dal 23 al 29 giugno c’è il Pavese Festival a Santo Stefano Belbo.
L’archivio di scritti personali di Joan Didion (e del marito e autore Gregory Dunne) sarà disponibile – ma in maniera molto limitata – alla New York Public Library.
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Vi saluto con un post sulle biblioteche e Buffy l’ammazzavampiri che mi ha rallegrato la giornata
Buon weekend e buona lettura!
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