L’eterna diatriba per separare l’opera dall’artista – Inside Books #21
Ok, ma quando gli artisti sono morti e sepolti
Ogni volta che inizia l’anno penso a come leggere meglio, spesso a come leggere di più. Infatti preparo, come tante lettrici e lettori, la mia lista di tomoni da “recuperare”: quella novità di cui parlano tutti, quei classici “da leggere almeno una volta nella vita” e via discorrendo. Sapete di cosa parlo. Amiamo fare piani. Ci fa sentire migliori e probabilmente sì, ci aiuta a leggere con più orientamento. Ma, fatte salve le strategie per leggere sempre di più, vale la pena chiedersi: perché leggiamo?
Intrinsecamente (e inconsciamente) credo che a me la lettura faccia bene. Nel corso degli anni mi ha insegnato a essere più riflessiva, paziente (sono per natura impetuosa e incline al capriccio), tollerante. Mi aiuta a non morire d’ansia, a uscire da me stessa, a mettermi nella coscienza di un altro, ma anche a ignorare la lista di cose da fare (ogni tanto va stralciato quell’elenco).
Sono stata fortunata. Altri, meno. I libri possono anche rendere saccenti, invidiosi, arroganti, razzisti, classisti, sessisti. Le parole sono come delle armi. Raramente sono solo degli strumenti, non sono mai neutrali. Dobbiamo tenerlo a mente quando propugniamo la lettura come panacea per la pace universale. Non è vero, è una semplificazione.
Leggere ci permette di elaborare idee da discutere (rafforzando ideologie dannose e credenze grossolane, non solo pensieri illuminati); leggere ci concede scudi con cui difenderci ma lo schieramento lo decidiamo sempre noi. Non siamo automaticamente dalla parte della ragione. Lo dico perché credo che gran parte della classe intellettuale occidentale si sia messa su un piedistallo, ignorando il mondo, considerato ormai imbarbarito e non degno di salvezza. Poi abbiamo scoperto che forse si stavano solo proteggendo dietro a una presunta superiorità.
Se avete bisogno di un’ulteriore prova per capire che la letteratura, la cultura e il talento artistico non ci rendono persone migliori, ora parliamo di Neil Gaiman.
La scorsa estate, in un podcast britannico prodotto da Tortoise Media, si è diffusa un’orribile notizia riguardo a Gaiman, l’acclamatisimo autore di Sandman, American Gods e altri romanzi horror e fantasy di culto: è stato accusato da diverse donne di violenza sessuale. Gaiman ha sempre respinto ogni accusa dopo l'uscita del podcast, affermando che tutte le relazioni erano consensuali. Tuttavia, adesso sono emerse nuove dichiarazioni da parte di altre donne.
La giornalista Lila Shapiro sul New York Magazine ha ricostruito la vicenda in una lunga inchiesta, riferendo le testimonianze delle vittime – vi avviso: sono molto grafiche e potrebbero urtare la sensibilità di chi legge – approfondendo anche i legami di Gaiman alla setta di Scientology, così come il suo matrimonio con Amanda Palmer. Questa storia è sconvolgente non soltanto perché Gaiman si è sempre professato un alleato delle donne, solidale alle cause femministe e di parità di genere, ma anche perché i fatti riportati sono di uno squallore innegabile.
Nei suoi romanzi e racconti Gaiman ha sempre descritto situazioni di forte degrado e violenza con protagoniste donne e bambini, adottando, però, uno sguardo empatico e sempre condannando queste pratiche (si veda, per esempio, la vicenda di Calliope in Sandman). Adesso emerge il sospetto spaventoso che Gaiman abbia provato a rendere reali le fantasie che trasponeva nei suoi libri.
Separiamo l’opera dall’artista? Ok, ma quando gli artisti sono morti e sepolti, aggiungo io. Questo perché, al di là dell’apprezzamento intellettuale, c’è molto di più. Viviamo in una società in cui i comportamenti hanno e devono avere delle conseguenze. Nessuno può essere al di sopra degli altri, in virtù del proprio talento.
Questi scandali, dai quali come vedete nessuno è immune – forse perché spesso gli ideali femministi sono solo delle bandiere da sventolare mediaticamente piuttosto che delle pratiche sincere da applicare alla propria condotta? –, non negano il valore delle opere, né ingenuamente servono a mostrare un’ovvietà: gli artisti non sono brave persone e la cultura non è uno scudo per l’orrore. Servono però a mostrarci la realtà e a decidere cosa farci. Possono spingere le persone a non investire più sui comportamenti spregevoli e a non prendere più a modello ispirazionale certi artisti. Ci fanno chiedere se è giusto premiare economicamente delle persone che possono fare del male agli altri e che, spesso, proprio dal potere sociale che quel denaro gli ha conferito, sentono di possedere una sorta di impunità.
Editoria e dintorni
Da giovedì 16 gennaio fino al 15 febbraio arriva la nuova campagna di sconti di Adelphi. C’è il 20% su tutto il catalogo a eccezione delle novità degli ultimi sei mesi. Io farò incetta di Mattoni Italiani del Novecento, c’è solo l’imbarazzo della scelta: Landolfi, Arbasino, Gadda, Ortese, Parise. Ma se volete altri suggerimenti, ho fatto una lista qui. E un reel qui.
Fino al 16 febbraio, c’è anche una promozione Feltrinelli: con l’acquisto di due tascabili, in omaggio c’è una shopper (dai, leggetevi Saramago).
Gennaio facciamo finta che non esista – ché va ancora smaltita la bisboccia di fine anno – ma a febbraio tenete d’occhio gli scaffali delle librerie perché arrivano diverse novità:
Gotico Salentino è il primo romanzo di Marina Pierri, giornalista e critica televisiva. I riferimenti sono a Shirley Jackson e a tutta la narrativa della casa infestata. Sembra molto promettente.
Arriva in un unico volume la Trilogia dell’ascolto di Rachel Cusk (che racchiude Resoconto, Transiti e Onori). Una nonfiction intima, ricca di conversazioni e incontri quotidiani, descritti con una sensibilità intellettuale e umana rare (io ho letto solo il primo volume). Forse sarà anche la volta buona che finisco un’altra trilogia? Io soffro della sindrome di non completismo: per me è impossibile finire le serie di libri che inizio a leggere ma sto guarendo.
È uscita una nuova favola nera di Edward Carey, s’intitola Edith Holler ed è incentrata sul teatro vittoriano. Copertina, come sempre nel caso di quest’autore, superiore a qualsiasi titolo in circolazione dello stesso genere.
Era meglio il libro?
Forse siamo finiti nel multiverso ma dicono che la serie franco-italiana su Il Conte di Montecristo sia una discreta figata. Non ci avrei scommesso una moneta bucata, devo ricredermi? Andrà in onda su Rai1 fino al 3 febbraio, diretta da Bille August, nel cast Sam Claflin, Jeremy Irons e Lino Guanciale. Ne sta venendo fuori anche una discreta quantità di meme.
Si parla molto bene anche di M. Il figlio del secolo, miniserie televisiva di Joe Wright, con Luca Marinelli, tratta dai romanzi di Antonio Scurati (con cui vinse il Premio Strega nel 2019).
Sarò sincera: io trovo ripugnante il periodo fascista e la figura di Mussolini, non lo trovo più interessante e penso che sia stato romanticizzato e sviscerato fino a non farne rimanere più nulla. Credo anche che ci sia qualcosa di morboso nel mito dell’uomo forte nella cultura italiana, e che sia necessario un urgente bisogno di costruire nuove idee e nuovi immaginari. Il problema è che il nostro è un Paese di vecchi. Non è un giudizio, è un fatto. La campagna pubblicitaria con la simulazione del messaggio a reti unificate mi ha fatto rabbrividire ancora di più.
Appuntamenti e miscellanea
Festival letterari, premi e fiere del libro 2025: il calendario aggiornato da IlLibraio.it
Il 23 gennaio a Roma, in via del Pigneto 215, alle 19:00, Nadia Fusini e Claudia Durastanti dialogano su Anna Karenina e gli altri omicidi bianchi. Ingresso con Tessera Arci. Nel caso vi foste persi questo gioiellino di critica letteraria – molto divulgativo e accessibile – lo trovate qui.
Il 25 gennaio a Torino al Circolo dei Lettori una maratona su Virginia Woolf con tante studiose meravigliose. E la registrazione dell’evento verrà ricaricata sul loro canale YouTube, evviva!
Tenete d’occhio i profili social miei e di Hoepli questa settimana perché il calendario degli appuntamenti in libreria dei Mattoni Italiani è IN ARRIVO.
Non ho intenzione di fare nulla questo weekend se non leggere. Spero anche voi. E anche un po’ cucinare. Sì, se avete come buon proposito di quest’anno smettere di mangiare cibo per cani e imparare a fare gli adulti funzionali, ho una dritta per voi.
Usate HelloFresh. È un servizio benedetto che vi facilita del 99% la preparazione dei pasti, senza dover pianificare nulla, riuscendo al contempo a 1) scongiurare le scatolette di tonno e regalarvi delle vere gioie per il palato e 2) a non farvi venire un esaurimento nervoso ogni volta che preparate un risotto perché non avete pazienza o non siete capaci o, come me, entrambe le opzioni.
Non è un adv (ma speravo lo fosse, ammetto, perché lo sponsorizzerei volentieri). Ho comunque un codice affiliato che potete usare per ricevere a casa l’occorrente per una settimana di ricette: HELLOIT574.
Il tempo che risparmierete in cucina, lo userete per leggere, satolli e felici. Ottimo anche per chi vuole mangiare in maniera equilibrata (potete scegliere voi le preferenze su carne, pesce, vegan, ecc.) PREGO.
Se hai dei suggerimenti su tematiche da affrontare, libri, meme e/o dritte di ogni tipo, scrivimi pure sui miei account social. Se vuoi informazioni sull’abbonamento scrivi a: info@nredizioni.it
Neil Gaiman è stato l'autore che più mi ha accompagnato nella mia adolescenza. American Gods è stato il mio libro preferito per anni e ho letto e riletto tantissimi dei suoi libri. A casa ho una pila enorme di sue opere, alcune non ancora lette.
È da quando sono uscite queste notizie che mi chiedo cosa fare. Cosa me ne faccio dei libri? Dovrei liberarmene? Non dovrei più leggere le sue opere? Dovrei rileggerle con la paura di cambiare completamente idea?
È la prima volta che affronto questo tema su un autore che ho amato molto. Ti ringrazio per il tuo commento.
Se da una parte sono disgustata da queste informazioni (tra l'altro amo anche Amanda Palmer e ho paura di sapere quanto è coinvolta) e non voglio sganciare una lira a Gaiman, dall'altra parte mi chiedo, coi libri che ho già, che ho già pagato anni fa? È giusto buttarli per sdegno o è possibile dargli ancora una possibilità?