Jane Austen e le nuove edizioni in rosa – Inside Books #24
Sul perché edulcorare i classici per renderli più cool non è per niente cool
Questo mese, Puffin, il marchio editoriale per ragazzi di Penguin UK, farà uscire delle nuove copertine per i romanzi di Jane Austen. Il design della collana, chiamata First Impression, già dai colori e dai soggetti rappresentati, fino al font, ricorda il romance, in uno stile fumettistico, e anche il messaggio promozionale strizza l’occhio al genere: “This eye-catching six-book series is an open invitation to embrace your inner romantic”.
Manco a dirlo, questa campagna ha fatto infuriare il mondo di internet. Ma basta veramente poco a scatenare l’indignazione dei lettori, ormai.
Non è la prima volta che il mercato editoriale attua strategie di marketing simili, quindi di attualizzazione dei classici, con l’obiettivo di renderli più appetibili alle generazioni più giovani. Ricordo un’operazione decisamente affine con le copertine di After: in sostanza alcuni testi d’amore canonici venivano rivestiti da una sovracoperta nei toni e colori del romanzo di Anna Todd. Anche lì, potete immaginare la tempesta di sdegno che ha accompagnato la pubblicazione.
Non mi reputo ancora una vecchia brontolona, di solito scrollo le spalle e vado avanti, cercando ottimisticamente di pensare che se questo è utile per avvicinare un pubblico giovane alla lettura di certi testi, ben venga.
Eppure c’è qualcosa di estremamente fastidioso in questo tipo di marketing: perché è ingannevole e dozzinale in maniera squallida. Sembra che ormai ci siamo ridotti al rimbambimento più assoluto, senza manco più un briciolo di creatività, per altro. Perché bisogna ricorrere a tattiche squallide per sperare che i giovani si mettano a leggere testi travestiti da qualcos’altro? L’obiettivi è irretirli con una promessa di romance per poi stordirli con l’ironia pungente di Jane Austen?
I romanzi di Jane Austen non sono solo delle storie d’amore, anzi. Ma, in ogni caso, siamo lontani dai romance contemporanei promessi da queste cover. Una copertina sciocca purtroppo è il prezzo che pagano molti libri belli, e si può sicuramente soprassedere, è vero. Pensiamo a molti titoli di fantascienza, per esempio, che sono trattati come prodotti industriali di nessun valore, quanto meno nell’estetica. Tuttavia, ormai nel 2025, sappiamo o dovremmo sapere che tipo di romanzi sono quelli di Jane Austen – satirici, acuti, spiritosi – e queste copertine non li rispecchiano.
Una cover è anche una promessa, con un’immagine si suggeriscono i toni di una conversazione tra libro e lettore, si imposta già un immaginario. Questo paradossale tentativo di negare l’èra storica in cui questi libri sono stati scritti è delirante. Le sorelle di Ragione e Sentimento con gli outfit sgargianti e lo sguardo annoiato sono piuttosto tristi. E, ancora una volta, il problema è anche la qualità con cui questi progetti sono portati avanti: sono illustrazioni superficiali. Non c’è nulla di Jane Austen.
Non è sbagliato rinnovare l’appeal dei classici per le nuove generazioni, sono stati fatti tanti adattamenti contemporanei dell’èra vittoriana e regency, ormai. Pensiamo a Bridgerton. Ma la differenza tra un racconto originale, contestualizzato (e ben finanziato) e invece la passata di vernice rosa sui romanzi di Austen, è ovvia.
Infine, un’ultima constatazione. Basta con queste rassicurazioni paternalistiche al pubblico di lettori. Basta con quest’idea di “semplificare” e abbassare i classici per renderli leggeri e cool. Sembra di assistere a un anziano che scimmiotta lo slang dei trapper. Sono già narrazioni immortali, non c’è bisogno di trasformarle. È una visione davvero pessimista dell’adolescenza. Sono tanti i ragazzi e le ragazze che leggono su edizioni dei genitori e dei nonni, che hanno copertine brutte e consunte, solo per il gusto di leggere. Sono un po’ stufa di quest’idea che sia sempre la cultura a doversi “giustificare” per essere al passo con i tempi. È la letteratura contemporanea che deve stare al passo con i tempi, non Dickens! Un classico è già attuale nel suo descrivere la natura dell’animo umano, non c’è bisogno di far finta che Dante si possa mettere a fare rap solo perché usa la metrica e le rime. Accettiamo l’idea che i classici siano complessi e ogni tanto difficili da decifrare, e va bene così. Basta con quest’edulcorazione della realtà. No, non è uguale se leggi la versione ridotta e riassunta da ChatGPT di un libro.
Esistono modi di far avvicinare le persone ai classici semplicemente raccontandoli per quello che sono: narrazioni dense, commoventi, anche un po’ noiose a volte, distanti e allo stesso tempo vicine a noi, con tante differenze ma anche tanti punti di contatto con la nostra epoca. Sono uno specchio sul nostro mondo ma anche su un altro, estinto.
Il nostro gruppo di lettura dimostra che non c’è bisogno di snaturare i classici per avere successo. All’incontro di discussione in libreria e alla diretta online su La Storia di Elsa Morante, avete partecipato complessivamente in quasi 500 persone! E per chi non può partecipare fisicamente, abbiamo una piccola sorpresa: da oggi i passaporti (su cui poter segnare tutte le tappe del nostro percorso di lettura) si possono anche ricevere come omaggio a domicilio facendo un acquisto sul sito di Hoepli.it, qui tutte le informazioni.
A proposito, abbiamo inaugurato la seconda tappa dei Mattoni Italiani, un romanzo familiare ambientato in Sardegna, scritto da un Premio Nobel per la Letteratura, Grazia Deledda. Leggeremo Canne al vento a marzo e ad aprile. Lo trovate anche in offerta su Kindle e su Storytel (30 giorni gratis).
Ulteriore parentesi: sarebbe bello che avessimo più fiducia nelle capacità intellettive ed empatiche dei ragazzi. Magari sapendo come parlare con loro. È il tema dell’ultimo romanzo che ho letto, volutamente impietoso e sarcastico, con protagonista proprio una sedicenne, Alice. S’intitola L’estate che ho ucciso mio nonno di Giulia Lombezzi, che ho letto in anteprima per Bollati Boringhieri. L’autrice lo presenterà a Milano al Teatro Franco Parenti, il 14 marzo, in dialogo con Carlotta Sanzogni. La partecipazione è gratuita ma ci si prenota qui.
Sì, ultimamente penso spesso con un po’ di nostalgia alla me lettrice adolescente. Ci ho anche dedicato un carosello che parla da solo:
Editoria e dintorni
Vi ricordate l’affaire Roth-Einaudi-Adelphi? Abbiamo adesso la conferma che ci saranno nuove traduzioni per le opere dello scrittore americano, passato definitivamente sotto l’egida della casa editrice milanese.
Stazione Undici di Emily St. John Mandel, torna in libreria con la traduzione di Milena Zemira Ciccimarra, in una nuova edizione per La Nave di Teseo (che ha acquisito i diritti delle opere da Bompiani, ripubblicandole). C’è anche un racconto inedito all’interno!
Come mai il classico dello studioso Svetonio, Vite dei Cesari, è entrato nella classifica dei libri più venduti del Sunday Times? I motivi sono piuttosto interessanti, c’entra l’èra horribilis che stiamo vivendo, costellata di Cesari e imperatoruncoli che giocano alla guerra, ma anche un podcast di storia antica.
Negli Stati Uniti esce una nuova edizione di Grammatica della fantasia di Gianni Rodari per Enchanted Lion, illustrata da Matthew Forsythe e tradotta da Jack Zipes. L’apporto di Rodari alla letteratura per bambini (e futuri adulti) è immensa. Oggi più che mai abbiamo bisogno di usare la nostra immaginazione per uscire dalle trappole della razionalità tecnica in cui ci siamo ficcati.
A proposito di autori ibridi, poetici e immaginifici, Max Porter, l’autore di Il dolore è una cosa con le piume (purtroppo non più disponibile in italiano ma davvero commovente per grandi e piccini), torna in libreria per Sellerio con Shy, che si preannuncia un altro racconto breve ma esplosivo.
Una bella intervista a Domenico Starnone su Lucysullacultura.
Di questa autrice tedesca mi piace il coraggio. Dopo Un cazzo ebreo, Katharina Volckmer sceglie un altro titolo sboccato: Wonderfuck (La nave di Teseo), ambientato nel call center di un’agenzia di viaggi alla periferia di Londra. “Un luogo dove approdano, come naufraghi, perdenti da tutto il mondo accomunati da un futuro incerto, mentre ancora si illudono di poter realizzare quei sogni che li hanno portati in città”.
Mentre il libro del momento in Italia, per lo meno tra la critica, è Malbianco di Desiati. “Un grande romanzo che indaga il rapporto tra l’individuo e le sue radici, il trauma e la vergogna, interrogando con coraggio il rimosso collettivo del nostro Paese”.
Il New Yorker, la famosa rivista letteraria, ha festeggiato “cent’anni di snobbitudine”.
Appuntamenti
Il 21, il 22 e il 23 marzo ci sarà Book Pride, fiera nazionale dell’editoria indipendente, a Superstudio Maxi di Via Tortona a Milano. Alla biglietteria online, selezionando “ridotto e convenzioni”, c’è uno sconto con il codice: BP25ILENIA.
Sono uscite un po’ di anticipazioni sul Salone del Libro di Torino, le trovate nell’articolo de Il Libraio. Tra gli ospiti internazionali Tracy Chevalier, Joël Dicker, Georgi Gospodinov, Jhumpa Lahiri e Valérie Perrin ma soprattutto Yasmina Reza, in apertura all’evento. Io quest’anno ci sarò tutti i giorni! Spero. Forse. Insomma, manca ancora tanto. O no?
Sono rimasti una manciata di posti per il prossimo ritiro di lettura di fine aprile, ci si prenota qui.
Se vi siete persi un po’ di appuntamenti con i miei consigli sul canale, vi lascio qui:
Romanzoni da non perdere (ho una notizia, i libri giganteschi “comunque contano per uno”) ma a noi non importa. Team big books per sempre.
Affiliazioni e promozioni
Vuoi più tempo per leggere? Pensa meno a cosa devi cucinare con il 40% di sconto su HelloFresh, servizio che ormai salva tutte le mie cene con poco sbatti e poco spreco.
Sul sito di Feltrinelli e in tutte le altre librerie e store online, c’è il 20% sul catalogo Einaudi. Dai, che lo sai anche tu che è arrivato il momento di leggere Paul Auster. Ma io consiglio anche Siri Husvedt (per libri sottovalutati e fuori dai giri noti).
E come sempre 30 giorni di prova gratuita su Storytel, il servizio di audiolibri e podcast su cui vi ricordo potete trovare tutti i Mattoni Italiani e oltre 500.000 storie da ascoltare. Anche in inglese per chi si vuole allenare con la lingua.
Passate un buon weekend e buone letture.
Se hai dei suggerimenti su tematiche da affrontare, libri, meme e/o dritte di ogni tipo, scrivimi pure sui miei account social. Se vuoi informazioni sull’abbonamento scrivi a: info@nredizioni.it
Come non essere d'accordo su ogni parola scritta in questo articolo? E pensare che io ho per Orgoglio e Pregiudizio la stessa tua fissa per il Grande Gatsby e ne colleziono le edizioni anche in lingue assurde (mi pento di non averne presa una a Mosca, convinta che ci sarei tornata a breve...) ma questa è davvero inammissibile tra faciloneria, ammiccamento allo "spicy" e bruttezza in generale.
Sottoscrivo in pieno ogni parola. Tra l’altro la cosa assurda, secondo me, è che i romance del booktok spesso hanno copertine belle, o almeno gradevoli, dal punto di vista grafico, come combinazione di colori, dettagli dorati o in rilievo, cose del genere. Se la Puffin aveva l’obiettivo imperativo di raggiungere i giovani lettori del booktok, avrebbe potuto provare a fare qualcosa del genere, evitando le illustrazioni con quei personaggi improbabili… comunque a me capita spesso di vedere copertina di classici inglesi piuttosto brutte, anche se non a questi livelli… ho un Jane Eyre della Collins in cui Jane è una fanciulla che si porta la mano al cuore, rivolta verso un raggio di luce che la illumina dall’alto, ma che è? Sembra quasi un’annunciazione, terribile 😅