Cosa sta succedendo alla lettura? – Inside Books #30
Il futuro della lettura nell’èra più tecnologica di sempre
Ogni giorno siamo sottoposti a centinaia di testi. Flussi di parole ininterrotti scorrono sulle interfacce dei nostri dispositivi: email, didascalie dei post, meme, articoli, trame di serie, film e videogiochi, testi di canzoni e, infine, per una nicchia sempre più ristretta di persone, anche a testi stampati.
Il libro – di carta – è probabilmente ancora l’unico dispositivo che non ospita un ipertesto. Non essendo cliccabili le parole presenti all’interno delle sue pagine, il libro non permette divagazioni. Ma questo enorme salvagente lanciato alla nostra attenzione, purtroppo, viene sempre più spesso ignorato.
Non solo le persone leggono di meno ma anche la lettura “tradizionale” si sta inevitabilmente trasformando sotto la spinta dei cambiamenti tecnologici. A parte l’invenzione degli eBook e degli audiolibri che hanno espanso le possibilità di lettura (ma anche modificato inevitabilmente i testi di partenza, destinati a essere letti su carta), ci sono altre conseguenze.
Le persone abituate a usare gli smartphone, skimmano, non finiscono di leggere le frasi nella loro interezza, saltano le pagine, passano da una parola all’altra cercando di estrapolare una sintesi dal contesto. Usano i libri come se fossero navigabili, ma un libro è fatto per essere letto dall’inizio alla fine, non è costruito come un ipertesto sul web o come un post su Instagram.
Bisognerebbe riflettere, poi, anche su come sia cambiato l’approccio ai testi letterari nella loro ricezione. Con l’avvento dei social media e soprattutto dell’intelligenza artificiale, non è raro “appaltare” la comprensione del testo a questi strumenti. Già adesso ChatGPT è utilizzato dagli studenti per i compiti a casa, figuriamoci se non è stato chiesto di riassumere romanzi, saggi e qualsiasi altra fonte originale che ormai non occorre più “leggere davvero”.
In futuro, forse non leggeremo più per conoscere perché sarà la tecnologia a leggere per noi. Già adesso, in realtà, è così. Allora per cosa si leggerà? Per intrattenimento? Difficile crederlo visto che l’audiovisivo sta pian piano erodendo – con successo – gli spazi destinati alla lettura, o comunque, è in competizione diretta per conquistarsi l’attenzione del pubblico.
Di tutto questo ha parlato l’ottimo Joshua Rothman nella sua rubrica, Open Questions, sul New Yorker in un pezzo intitolato eloquentemente “What’s happening to reading?”.
La mia opinione? La letteratura ha perso la sua centralità nella creazione di un senso collettivo nel dibattito pubblico, come precedentemente analizzato. Questa, però, non è una tragedia perché rimarrà sempre una nicchia ben organizzata di persone che amano quest’arte e continueranno a sostenerla e valorizzarla, forse anche più di oggi. In effetti, sono convinta che assisteremo a un decisivo ridimensionamento dell’editoria e del mercato libraio, forse è un bene anche per il pianeta considerando quanto si produce rispetto a quanto si legge. E forse sarà anche un bene per la qualità della scrittura. Che si scriva meno.
Mi sono imbattuta recentemente in un post di lit.by.adam in cui esponeva una sua impressione (che in parte condivido): la letteratura contemporanea sembra vuota, priva di emozioni e contenuti. Non tutta, ovviamente. Ma molti casi editoriali, sì.
Sulla stessa scia, sebbene partendo da contesti e riflessioni diverse, vi invito a leggere un articolo di Loredana Lipperini su Lucy. Sulla cultura, in cui lamenta che gli scrittori – e la critica – difendano una convinzione pregiudizievole, ovvero che la trama sia un elemento minore, a volte persino sospetto, nella valutazione di un’opera letteraria. Ciò, aggiungo io, porterebbe a un effetto di “pochezza” in tanti, troppi romanzi contemporanei. Oltre che all’impressione che la letteratura sia davvero noiosa, soprattutto rispetto ad altri medium.
All’opposto, diventano virali casi di romanzi “high concept” con trame surreali, futuristiche e inquietanti – come quelli di Murata Sayaka – che, però, risultano, almeno ai miei occhi, stilisticamente carenti, quasi banali. Per esempio, Vanishing World – che parla di un mondo senza sesso, alienato e freddo – è un’ottima idea che mi ha lasciato quasi del tutto indifferente da un punto di vista emotivo.
La ricerca di un romanzo convincente è diventata più ardua nell’èra contemporanea tra sovrapproduzione, marketing ingannevole e alternative d’intrattenimento più “facili” e più veloci nel rilascio di dopamina come serie TV e videogiochi?
Voi cosa ne pensate?
Editoria e dintorni
La summer reading list di LitHub (che è una rassegna delle summer reading list di tutti gli altri). La mia arriverà, forse. Se sopravvivo a questo giugno.
Catherine Lacey, autrice di Biografia di X, ha in canna un nuovo libro, si parla di rotture e rapporti finiti in malora. L’ha intervistata il New Yorker che, tra le altre cose, le ha chiesto se il racconto di un “break-up” sia annoverabile nel genere della nonfiction o della narrativa. La risposta è: entrambe.
Il libro dell’estate – tra rompicapi e una caccia al tesoro per trovare i tanti errori di cui è disseminato il testo – è Bozze non corrette e l’ha pubblicato Stefano Bartezzaghi per Mondadori. Un’ottima alternativa alla Settimana Enigmistica. Altrimenti ci sono sempre i quaderni di Blackie.
A proposito di estate, solo per oggi (fino alle 23:59) è ancora attiva l’offerta di Storytel per i nuovi utenti che estende il periodo di prova d’ascolto gratuita da 14 giorni a 45 giorni, giusto in tempo per poter ascoltare audiolibri durante le ferie. Ci sono parecchie chicche, come il Raven Cycle, Yellowface di Kuang e molti mattoni italiani.
Si parla molto di ciò che è stato pubblicato, ma chi non viene pubblicato? Nella maggior parte dei casi si tratta di opere ininfluenti, ma raramente si verificano anche dei rifiuti editoriali che passano alla storia. Qui un compendio di quelli italiani più clamorosi.
Appuntamenti
Sono aperte le prenotazioni per il terzo incontro in libreria per i Mattoni Italiani, dedicato a Gli indifferenti di Alberto Moravia. Potete riservare il vostro posto alla Hoepli, compilando questo form e scegliendo uno dei due appuntamenti (o il 27 alle 17:45 o il 28 giugno alle 16:00). Per chi segue online, invece, l’approfondimento e la live arriveranno il 4 luglio.
Il 26 giugno ci vediamo alla Mondadori di Piazza Duomo a Milano per discutere de I Nove Racconti di J. D. Salinger con il traduttore della nuova edizione di Einaudi, Matteo Colombo. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Il 29 giugno ci vedremo, invece, alle 12:00 nel Giardino di casa Fracchia a Bargone (Sestri Levante) per un incontro sui classici, “I mattoni italiani: Leggere insieme i grandi classici del Novecento”, insieme a Marta Perego, nella cornice del Premio Fracchia. Liguri in ascolto, accorrete numerosi. Ingresso gratuito con prenotazione qui.
Il 3 luglio sarò al Leggerissimo Festival, organizzato dal Multiplo di Cavriago (Reggio Emilia), per due incontri: uno alle 20 con Antonella Lattanzi sui classici e l’altro alle 21:30 sul potere trasformativo della letteratura con Matteo B. Bianchi, Nicola Lagioia e ancora Antonella Lattanzi. Gli incontri sono totalmente gratuiti. Qui il programma nel dettaglio.
Il 5 e il 6 luglio, invece, vado in ritiro di lettura in Toscana, cercando refrigerio tra le mura di un castello con Ecoway Travel. C’è ancora un posto per chi vuole trascorrere un weekend incantato, last minute.
Ricordo, poi, che c’è ancora qualche posto per il viaggio in Cina questo autunno. Se ci state ancora pensando, è questo il momento di prenotare, prima che sia troppo tardi.
Prima di salutarci, potreste aver perso questi contenuti nell’ultimo periodo:
Il midyear booktag, il bilancio di metà anno sulle mie letture del 2025;
Il video su alcune delle mie librerie preferite di New York.
In tema con gli argomenti di oggi, vi lascio questa:
Se hai dei suggerimenti su tematiche da affrontare, libri, meme e/o dritte di ogni tipo, scrivimi pure sui miei account social. Se vuoi informazioni sull’abbonamento scrivi a: info@nredizioni.it
Io ritengo che chi ama leggere non smetterà mai di farlo; effettivamente anche noi ci siamo adeguati ai tempi odierni (vedi ebook, audiolibri come giustamente da te citati), ma questi sono solo altri mezzi su cui fruire delle stesse storie, a mio avviso. Chi non legge, chi non è nemmeno in grado di arrivare alla fine di un post su Instagram, non legge oggi e sicuro non leggerà domani. Come dici tu Ile, forse quando la nicchia di lettori si ridurrà ulteriormente, a giovarne saremo effettivamente noi (pochi) rimasti.
Prima abbiamo delegato la capacità di costruire alle macchine, ora quella di pensare all’AI… non so, non penso possa uscirne niente di buono. Anche se il futuro non sembra roseo, non penso comunque che si smetterà mai di leggere. Grazie per queste riflessioni Ile, sicuramente tu contribuisci a non far atrofizzare i nostri cervelletti 🫶