I libri giusti nel momento giusto – Inside Books #38
Questa non è una comunicazione sul Black Friday, non cestinarla!
Che infinito piacere trovare i libri giusti nel momento giusto!
C’è da dire che Quello che possiamo sapere di Ian McEwan sembrerebbe essere il libro giusto nel secolo giusto, dato che descrive così bene questi lunghi anni post-Covid che viviamo tutti con il fiato sospeso, in attesa che un qualche Grande Disastro si abbatta sulla nostra civiltà decadente (che sia una guerra nucleare o le conseguenze del cambiamento climatico), mentre siamo travolti dal ciarpame digitale e dall’incapacità dei sistemi politici e culturali nel fare da scudo a questa marea.
È un romanzo che fissa la prospettiva al 2119, un futuro in cui l’umanità si è dimezzata ma sopravvive ridimensionando la propria presenza sul globo, risparmiando risorse e riducendo all’essenziale il proprio stile di vita. Eppure, c’è ancora fame di conoscenza. Il narratore, Thomas, è uno studioso di letteratura che indaga il nostro presente, il periodo che va dal 1990 al 2030, subendo il fascino di un componimento perduto, l’opera che il poeta Francis Blundy ha dedicato alla moglie Vivien e che lui stesso ha declamato durante una festa di compleanno del 2014, davanti a pochissimi testimoni.
Non potendo accedere alla poesia originale, Thomas si mette allora a ispezionare tutto quello che letteratura non è: messaggi, email, lettere, appunti, interviste, tracce digitali del poeta e di chi gli è stato attorno, a partire dai suoi amici e poi, ovviamente, Vivien, il vero cuore della storia. Rovistando nel racconto trito e banale della quotidianità degli individui, soprattutto in ciò che si trova “online”, Thomas ricava molto poco e ciò fa riflettere su quanto rumore siamo abituati a sentire ogni giorno nella rappresentazione narcisistica di ogni insignificante momento delle nostre giornate. Non c’è niente di fondamentale. La verità, infatti, può stare solo nella letteratura. L’unico spazio dove non ci sono compromessi e autoinganni. Nella scrittura c’è il vero racconto di se stessi, non nei rapporti interpersonali intorbidati da bugie, tradimenti e sensi di colpa.
È quindi una celebrazione dell’arte ma, al contempo, un libro traboccante di riflessioni sul tempo (per certi versi il romanzo stesso si configura come una capsula del tempo, dal passato al futuro o dal futuro al passato), sul passato e sulla nostalgia. Nonostante la desolazione che può cogliervi in più punti durante la lettura, l’ultimo commovente romanzo di McEwan traccia una scia ben visibile su dove ancora può risiedere il significato delle nostre vite. Il titolo stesso non è una negazione ma un’affermazione: c’è ancora qualcosa che possiamo sapere, se solo siamo disposti a cercarlo. Ne parlo più approfonditamente nel mio ultimo video. Fatevi un favore, regalatelo ma soprattutto leggetelo.
Vi lascio anche un pezzo molto centrato di Sandro Veronesi su Repubblica.
Editoria e dintorni
A proposito dell’impatto di certi libri su di noi, un numero molto bello della newsletter Talee Letterarie di
su Il libro bianco di Han Kang, uno dei più significativi e intimi della carriera letteraria del Premio Nobel per la Letteratura.Omar El Akkad ha vinto il National Book Awards per la nonfiction con il titolo Un giorno tutti diranno di essere stati contro, sul genocidio palestinese, edito da Feltrinelli. Per la fiction, invece, è stato premiato lo scrittore Rabih Alameddine, edito prima da Bompiani e poi da La Nave di Teseo in Italia, con il titolo The True True Story of Raja the Gullible (and His Mother), una storia d’amore tragicomica, una moderna saga familiare ambientata in Libano. Molto curiosa. Arriva in Italia la prossima primavera.
L’intero manoscritto del 1816 di Frankenstein è stato digitalizzato con la trascrizione completa che sottolinea la distinzione tra la calligrafia di Mary Shelley (l’autrice) e quella del marito Percy Shelley che l’ha aiutata nella stesura finale. Per i retroscena, qui un video interessantissimo. Qui invece un contenuto originale della British Library sul contesto in cui questa storia leggendaria venne alla luce. Sempre a proposito di Frankenstein, ho visto i primi dieci minuti dell’adattamento di Del Toro (che io ADORO) per Netflix, ma mi è sembrato davvero plastificato. Prometto che darò un’altra chance ma l’entusiasmo è scemato.
Piuttosto, dopo aver visto questa quote, su Netflix non sarà forse il caso di vedere A merry little ex-mas?
Se ami i romanzi familiari, non perderti la Masterclass che terrò lunedì 24 novembre per gli abbonati alla newsletter! Non puoi partecipare? Non preoccuparti, potrai recuperarla in differita fino al 31 dicembre.
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Appuntamenti
Ci vediamo il 10 dicembre alle 18:00 da Hoepli libreria, a Milano, insieme a Lily King (e a Heloola) per la presentazione di Cuore, l’innamorato che ho divorato qualche giorno fa (e adesso sto leggendo Scrittori e amanti, il libro precedente dell’autrice).
Nella mia testa a un crocevia ci sono Elif Batuman, Sally Rooney, Ann Patchett e Elizabeth Strout. Delle croniste di istanti, capaci di raccontare con delicatezza e intelligenza emotiva la banalità e la straordinarietà del vivere.
Se siete in blocco del lettore o semplicemente in vena di libri calorosi, vi invito a unirvi a noi. Per l’evento, tutte le informazioni sono qui.
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