Chi ha paura della letteratura contemporanea? – Inside Books #12
Abbiamo dato la parola ai lettori per decidere i dieci titoli più influenti del XXI secolo
Quando vi ho chiesto di votare i libri migliori degli ultimi 25 anni, ho notato che molte persone celano ben più di una riserva sulla letteratura contemporanea. In tanti avete scritto di non essere sicuri di poter votare coscientemente perché non credevate di aver letto abbastanza titoli pubblicati negli ultimi anni, preferendo di gran lunga libri meno recenti.
È curioso perché spesso ci si interroga su come rendere ancora appetibile la letteratura dello scorso secolo, chiedendosi “chi ha paura dei classici?”. E se invece il problema riguardasse la contemporaneità?
Non credo che le persone leggano meno novità, anzi, sono quelle che mantengono in vita molte case editrici. Dico, però, che forse si fa fatica ad attribuire un’aurea di autorevolezza da “grande letteratura” ai titoli di più recente pubblicazione, associandoli più al piacere e all’intrattenimento.
Sarà perché i classici sono in qualche modo già stati “promossi” dal canone e catalogati nella “letteratura di qualità” (etichetta controversa e dibattuta) e c’è meno rischio di “sbagliarsi”? Capisco che in tanti siano confusi su come e dove collocare i libri contemporanei, non avendo magari altri riferimenti o avendo scarsa conoscenza del panorama nazionale e internazionale. Per esempio, come giudicare un libro in termini di originalità e di sperimentazione stilistica se si hanno pochissimi altri termini di paragone su quello che si è pubblicato negli anni contigui?
Sono tutti dubbi legittimi (evviva dubitare ogni tanto e non esprimere sempre giudizi senza contesto!), che, però, non devono frenare la nostra curiosità e la nostra libertà di poter “sentire” i libri, di farci raccontare uno stralcio di presente, di poter godere di un testo, senza timori eccessivi.
Non è un pensiero nuovo, ma la constatazione di una realtà già assodata: la letteratura nelle nostre vite e nella società non è più il campo privilegiato – estetico ed etico – dove costruire i significati. È entrata in collisione con il mediascape rigurgitante che mastica, rimastica e sputa fuori sempre nuovi fenomeni di breve consumo e di cui fruiamo principalmente su degli schermi.
Inevitabilmente, quindi, la letteratura e le autrici e gli autori non sono più così facilmente rintracciabili e ripescabili dalla nostra memoria. Viviamo in un’epoca annacquata dai contenuti, un mondo dove il senso non è scomparso ma si è diluito e va cercato persino nei rigagnoli.
Questa riflessione – di cui trovate una sintesi ben ragionata di Gianluigi Simonetti qui – condiziona anche la nostra percezione di cos’è la grande letteratura, di cosa sono i grandi libri. Come decidere cosa potrebbe rimanere nella nostra memoria quando tutto è così accelerato e si passa da un tormentone a un altro nel giro di poche settimane, di pochi giorni? La letteratura non corre abbastanza veloce per star dietro alla potenza tornadica dei meme. E meno male, aggiungerei io.
Questo non significa che non esiste più la Letteratura con la maiuscola (di nuovo, non si intende una letteratura alta ma una letteratura semplicemente bella), significa solo che è più difficile trovarla in un’offerta così vasta e frammentata. Sono in pochi ormai gli autori e le autrici a potersi dire davvero affermati e “riconoscibili” in un immaginario culturale condiviso, escludendo i dati e le leggi di mercato che hanno i loro misurabilissimi vincitori. Ci sono poche stelle fulgide e fisse, visibili da molti punti di osservazione, e poi una miriade di galassie sconosciute e invisibili ai più.
Piccolo inciso: a me pare che in Italia, esclusa la Ferrante, l’unico vero gigante unanimemente apprezzato da vent’anni a questa parte sia Walter Siti. Qui un profilo dell’autore (se non avete letto nulla dello scrittore – come me – l’articolo potrebbe risultare un po’ ostico, ma è comunque interessante visti i paragoni con altri scrittori).
Anche nel nostro piccolo esperimento, che ha visto la partecipazione di oltre 350 persone, possiamo notare un’altissima concentrazione di voti su certi nomi molto noti e poi tantissimi titoli “minori” (ovvero meno votati) che compongono una variegata e allegra compagnia di bibliodiversità. I dieci titoli prescelti, infatti, sono arrivati in cima alla montagna di oltre 1.050 titoli che avete citato!
Faccio due piccole premesse.
È chiaro che questa classifica non è rappresentativa di NIENTE, se non della nostra comunità, quindi anche fortemente condizionata dai titoli che consiglio io, del luogo in cui viviamo, della nostra età (piuttosto omogenea), del clima culturale in cui siamo immersi ecc. Pubblicando l’esito delle votazioni, non aspiriamo a nessuna pretesa di oggettività.
Per i motivi sopracitati, conoscendo le persone che mi seguono, mi aspettavo una netta prevalenza della fiction e, infatti, in questa classifica c’è un solo titolo di nonfiction (c’è anche un memoir appena fuori dai primi dieci titoli che è, prevedibilmente, di Didion). Un altro dato interessante è che laddove c’è una maggioranza femminile, è probabile che ci sia un interesse più spiccato sui romanzi. Anche perché, a quanto pare, gli uomini etero si rifiutano di leggerli (è un’iperbole ma ne ha parlato Georgina Elliott su Dazed).
Ora possiamo svelare la classifica che avete composto, votando i libri più significativi e rilevanti per voi dal 2000 a oggi:
L’amica geniale, Elena Ferrante
Persone normali, Sally Rooney
4321, Paul Auster
Espiazione, Ian McEwan
L’avversario, Emmanuele Carrère
Il cardellino, Donna Tartt
La macchia umana, Philip Roth
Il mio anno di riposo e oblio, Ottessa Moshfegh
Le correzioni, Jonathan Franzen
Non lasciarmi, Kazuo Ishiguro
I risultati non si discostano troppo dalle mie proposte che avevo commentato meglio in questo video:
Menzioni d’onore ad altri titoli che avete votato molto, ma non abbastanza da finire tra i primi dieci: La strada di Cormac McCarthy, Una vita come tante di Hanya Yanagihara, L’idiota di Elif Batuman, l’immancabile Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami, Denti bianchi di Zadie Smith, L’evento di Annie Ernaux Americanah di Chimamanda Ngozi Adichie, il dizionario di Nino Haratishvili, L’ottava vita, e infine, tra i pochissimi italiani, anche Accabadora di Michela Murgia.
Una nota a margine sul fatto che delle uscite molto recenti come Demon Copperhead di Barbara Kingsolver e Le schegge di Bret Easton Ellis sono finite comunque in classifica – tra i primi 25 – perché evidentemente si sono imposti sul mercato con grande carisma, diventando degli immediati cult.
Spero che questa lista possa essere uno sprone per chi ha paura di non capire la letteratura contemporanea e se ne tiene a distanza. A questo gioco dei libri migliori del XXI secolo è stato bello giocare e – per quanto in tanti l’abbiano criticato aspramente – si continua ancora a giocare. È uscita, per esempio, la controclassifica di LitHub e sul Corriere della Sera quella del critico Franco Cordelli (davvero interessante soprattutto per il respiro internazionale e non solo anglocentrico). Mantenendoci invece su un livello più umile, Goodreads ha pubblicato la lista di libri più letti quest’anno (finora) sulla loro piattaforma.
Era meglio il libro?
Dopo la tiepida delusione di Bridgerton 3, mi sono fiondata su qualche period “dramah”. C’è qualcosa di immensamente rassicurante nelle persone benvestite che parlano in un linguaggio formale e corretto. Non neghiamolo.
Su AppleTv+ ho visto The Buccaneers (grazie Greta) che è anche tratto dall’ultimo romanzo incompiuto della nostra meravigliosa Edith Wharton. I pirati non c’entrano, le protagoniste sono delle giovani donne provenienti da famiglie favolosamente ricche ma considerate assai volgari e scostumate per l’aristocrazia di New York, tanto da essere paragonate ai bucanieri, appunto. Ricca e povera, piccola fiammiferaia o raffinata socialite, comunque, se sei una donna, devi trovare marito. Un po’ contaminata alla Dickinson da musica e riprese fresche e contemporanee, la serie esplora la vita sentimentale ma soprattutto l’amicizia del gruppo femminile in tutta la sua diversità. Molto ben confezionato, come tutte le produzioni Apple, peccato per quel tocco di melassa eccessivo. Lo proseguirò comunque, quando arriverà la seconda stagione. Ah, io ovviamente sono team Theo, Duca di Tintagel, perché la coppia canon non mi è mai piaciuta.
Sullo stesso genere ma decisamente più caciarona, c’è anche My lady Jane su Prime Video. Anche qui si tratta di un adattamento editoriale, pop e dirompente, che riscrive in chiave fantasy la Storia di Lady Jane Grey, prima sovrana d’Inghilterra, ma per soli nove giorni. Divertente e sincopato. Ottima per i vostri giorni di sollazzo e riposo agostano. L’ha già detto Wired ma è la serie ideale se amate Ladyhawke e…The Boys.
Editoria e dintorni
È uscito il programma del Festivaletteratura di Mantova. È molto fitto. Sì, io ci sono nel weekend di sabato e domenica.
Tre scrittrici da leggere quest’estate.
È uscito il nuovo libro di Claire Lombardo (autrice del romanzo familiare Mai stati così felici) in Italia. “Non è una cattiva persona, solo che ogni tanto non è brava a essere una persona”. Per me è già sì.
Se state pensando a un tomone da leggere quest’estate, c’è Wellness di Nathan Hill (già apprezzato per Il Nix) che sta clamorosamente piacendo a tutti. È una storia d’amore – e di un matrimonio sgangherato – ambientata a Chicago negli anni Novanta. Io, nel dubbio, ho preso tutti i suoi libri in ebook.
A fine luglio all’estero arriverà un altro romanzo di Alison Espach (sì, quella che ci ha fatto frignare con Appunti sulla tua scomparsa improvvisa) che ha una trama matta ed è perfetto per la stagione dei matrimoni, se leggete in inglese e se siete spesso invitati ai matrimoni.
Lo so che ormai non ci crede nessuno ma dicono che questo sia simile a Dio di Illusioni. Dalla trama sembrerebbe di sì ma aspettiamo che (e se) arrivi in Italia, magari.
Si parla molto bene de La sindrome di Raebenson di Giuseppe Quaranta (che è stato finalista al Premio Calvino 2023 e anche al premio istituito dalla community di BookTube Italia).
Appuntamenti e miscellanea
Non ci sono eventi fino a settembre, mese in cui lanceremo una bellissima novità. Indizi: ✍️📚.
Noi qui andiamo in vacanza e non in viaggio (come tanti). Arriverà qualche numero di Inside Books, ma consideriamolo un periodo di rallentamento e di recupero. Approfittatene per recuperare qualche mattone, è il momento perfetto.
A questo proposito, per le tue ferie e non, puoi provare gratis per 60 giorni gli audiolibri di Bookbeat.
Non mandate mail, se potete, e manifestiamo per vederci presto tutti così:
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Grazie Ilenia, per questa splendida news letter. È rilassante, illuminante e confortante da leggere 🫶🏼