Quali sono i 10 libri migliori del XXI secolo? – Inside Books #11
Votiamo i dieci titoli più influenti e rilevanti dal 2000 a oggi
Il New York Times – come tutte le testate ai tempi dei social – è pazzo per le liste e ha affidato alla sua rinomata redazione letteraria (The New York Times Book Review) l’ambizioso compito di stilare un elenco dei più influenti e rimarchevoli titoli dei primi 25 anni del XXI secolo.
Con che criterio?
Hanno chiesto a ben 503 tra “scrittori, poeti, critici e altri amanti dei libri” di scegliere i 10 migliori libri del XXI secolo, lasciando definire a ciascuno in che termini considerare l’aggettivo “migliore” (ci si può riferire alla qualità, alla popolarità, a quanto quel libro abbia cambiato la percezione di se stessi e del mondo o al semplice gusto).
È chiaro che questa classifica vuole in qualche modo essere un segno dei tempi e quindi ogni voto ha tenuto conto della capacità di descrivere, analizzare, criticare ma anche trascendere questa èra. Per delimitare il campo si è scelto di prendere in considerazione libri pubblicati negli Stati Uniti, in inglese, a partire dal 1° gennaio del 2000. Trovate qui i risultati.
Siccome, però, io sono curiosa di saggiare non solo il parere di illustri commentatori ma anche dei lettori attorno a me, ho deciso di chiedere anche a voi quali sono i vostri 10 titoli più belli, rappresentativi, interessanti ecc. di questi primi 24, quasi 25, anni del secolo.
La regola in questo caso cambia: si scelgono solo libri pubblicati in Italia (anche in traduzione, ovviamente), sempre a partire dal 1° gennaio del 2000. Potete inserire sia fiction sia nonfiction. E non dovete ordinarli, semplicemente inseriteli in ordine casuale, perché non è una classifica canonica.
L’idea è quella, poi, di estrapolare i titoli più votati e amati dalla nostra community e avere, quindi, a disposizione una lista di consigli che possa essere il giusto compromesso tra criteri qualitativi, capacità di coinvolgere e intrattenere e, ovviamente, di raccontare questi nostri strani tempi.
Avete una decina di giorni di tempo e potete dirlo a chi volete, anzi, consultatevi pure e chiedete suggerimenti alle persone attorno a voi! Vogliamo capire anche cosa definisce un libro “rilevante”, e quindi più dati avremo a disposizione più potremmo provare ad analizzare l’impatto di certi libri sulle persone e sulla loro epoca.
Solo dopo aver completato il form (altrimenti poi è dura estrapolare i dati), potete partecipare anche sui social, compilando il template con le copertine dei titoli da voi scelti e taggandomi in modo da condividere la vostra selezione nelle story di Instagram o dove volete (tanto sono su tutte le piattaforme nell’etere, lo sapete).
Anch’io ovviamente ho compilato la mia classifica – impossibile resistere – che trovate qui sotto. Ne avrei serenamente potute compilare altre dieci? Sì. Mi sono dovuta limitare, però. Ho pensato non solo al mio gusto ma anche all’impronta – più o meno profonda – che questi libri hanno lasciato nel mondo contemporaneo. Non si basa, dunque, unicamente sulla qualità letteraria, ma anche sull’influenza di questi titoli sulle persone e sul mercato editoriale odierno.
Mi sono posta la domanda: questo titolo ha creato qualcosa di inedito? Ha cambiato il modo di scrivere o di leggere una determinata esperienza di vita legata al nostro tempo? Per esempio, ha inserito la tecnologia come elemento fondamentale per lo sviluppo delle relazioni (Rooney)? Ha inaugurato o reso estremamente popolare un genere (Carrère per l’autofiction o Didion per il new journalism e il memoir)?
Non voglio commentare troppo per non influenzarvi, ma aggiungo solo qualche precisazione superflua per essere precisi, onde evitare polemiche inutili: sì, è del tutto personale e non ha alcuna pretesa di esaustività. Inoltre, è pesantemente condizionata dalla mia predilezione per la letteratura anglofona. Se mancano degli autori per voi sacri, è probabile che io non li abbia letti o, mi duole dirlo, che non mi siano piaciuti. Ma è per questo che ho chiesto anche a voi di votare! Io non sono un oracolo, anzi. Sono solo una lettrice, per giunta finita, estremamente limitata, preoccupantemente contraddittoria e volubile. Aiutatemi a uscire da me stessa e partecipate al sondaggio!
L’amica geniale, Elena Ferrante
Espiazione, Ian McEwan
I figli della mezzanotte, Salman Rushdie
Denti bianchi, Zadie Smith
L’avversario, Emmanuele Carrère
L’anno del pensiero magico, Joan Didion
Metà di un sole giallo, Chimamanda Ngozi Adichie
Le correzioni, Jonathan Franzen
La macchia umana, Philip Roth
Persone normali, Sally Rooney
Extra: Il cardellino, Donna Tartt
A proposito di classifiche e bilanci, siamo a metà anno, come procedono le vostre letture? State già tirando le somme su quanto e cosa avete letto? Io ci ho provato qui.
L’estate è a arrivata ma non ancora le ferie (almeno per me). La buona notizia è che siete ancora in tempo per scegliere il libro (o i libri) da portare in vacanza con voi. Qui un bel po’ di consigli di lettura a tema. Piccolo riassunto: dovete leggere Grady Hendrix. E rimanendo in tema di satira horror, ho appena terminato il nuovo surreale romanzo di Mona Awad, Rouge, che per me è stata una fonte d’intrattenimento juicy. Skincare e satanismo? Sì. Molto più accessibile rispetto a Bunny, il romanzo precedente, e anche più strutturato nella sua critica alle pressioni della società verso standard di bellezza impossibili e immortalità apparente (perché per una donna è vietato invecchiare, non lo sapevate?).
Ricorrenze illustri
Nel luglio 1960 Harper Lee pubblica Il buio oltre la siepe, il suo romanzo più famoso e, per lungo tempo, considerato anche il suo unico romanzo. Infatti, Va metti una sentinella, sequel di To kill a mockingbird, uscito nel 2015, è stato scoperto fortuitamente da Tonja Carter, avvocato dell'autrice, in una cassetta di sicurezza. Per via della salute precaria di Harper Lee, all’epoca ottantottenne, il pubblico ha sempre considerato quanto meno controversa la pubblicazione, a distanza di così tanti anni, di questa ideale prosecuzione del suo lavoro.
Le polemiche attorno all’autrice, per altro, non si sono mai affievolite, fin dalla pubblicazione del suo libro rivoluzionario: considerato scandaloso dall’America perbenista e conservatrice del tempo – avendo come narratrice una ragazzina capace di vedere attraverso le ipocrisie della società borghese – oggi ha fatto il giro ed è diventato un titolo “problematico”, per via della rappresentazione delle persone nere, pur essendo stato paradossalmente un capostipite della letteratura antirazzista per anni.
Il buio oltre la siepe non è certamente un romanzo perfetto, ma proprio la sua capacità di far ancora discutere e di porre delle domande senza una risposta facile lo rende uno dei libri indispensabili per la formazione dei giovani lettori. Ricordo ancora con stupore e meraviglia quando entrai per la prima volta in contatto con l’inedita voce impertinente e coraggiosa della bambina protagonista, Scout Finch. A proposito, qui un approfondimento sull’importanza dei romanzi di formazione e qui una lista dei migliori narratori bambini in letteratura.
È stato, e secondo me ancora è, un titolo che sbaraglia, che ci insegna quanto sia superato lo stigma della letteratura per ragazzi che non è solo intenti edificanti e morale lacrimevole, ma soprattutto un terreno perfetto per raccontare storie ruvide sull’intensità dell’ingiustizia e su cosa significhi scendere a compromessi con i nostri ideali.
Anche la biografia della scrittrice è una miniera di spunti, la sua fu una vita colma di mistero e contraddizioni. Sapevate, per esempio, della sua amicizia con Truman Capote e del suo contributo nella stesura di A sangue freddo? Insomma, è troppo semplicistico considerare certi scrittori e certi titoli semplicemente “superati”. Trovo, in generale, agghiacciante la facilità con cui sia diventato facile censurare la letteratura, senza essere più capaci di contestualizzare le opere e il loro codice.
Editoria e dintorni
Il 12 novembre uscirà il quarto romanzo di Sally Rooney, Intermezzo che all’estero, invece, arriva a settembre. Si parla di due fratelli e di scacchi, materia su cui so poco e nulla. Non vedo l’ora di leggerlo, ovviamente. Qui un estratto.
Siamo pieni di gadget estivi che le case editrici regalano a chi decide di ignorare il proprio senso di colpa per l’acquisto di libri che verranno letti chissà quando. Ammetto di essere ormai quasi guarita dall’essere una vittima del marketing ma la borsa di Iperborea è innegabilmente bellissima. E ovviamente non ho detto di no nemmeno a quella Adelphi. Ok, forse non sono guarita.
Una questione vile di cui si parla troppo poco in editoria: i soldi. Guadagnava di più Tolstoj o Dostoevskij?
Avete mai sentito parlare della casa editrice Fitzcarraldo? In dieci anni di attività, questo piccolo ma raffinato editore londinese è riuscito a pubblicare 4 Premi Nobel e un roster internazionale di talenti considerati troppo ostici dal pubblico generalista ma sui cui ha dimostrato che valeva la pena investire. La domanda del secolo: è soltanto un radical chic o un visionario?
Appuntamenti e miscellanea
Felice di poter comunicare una nuova iniziativa del Teatro alla Scala di Milano, in collaborazione con la libreria Hoepli, a favore del nostro gruppo di lettura sui classici e che ci dà l’opportunità di assistere a opere uniche a prezzi agevolati. In particolare, per il 16, 17 e 18 luglio alle ore 20, il Teatro ha messo a disposizione dei biglietti a tariffa speciale (-60%) per le recite del balletto L’Histoire de Manon, creato dal coreografo britannico Kenneth MacMillan, ispiratosi alle torbide vicende del celebre romanzo settecentesco Histoire du chevalier Des Grieux et de Manon Lescaut dell’abate Antoine François Prévost. Un balletto appassionante e coinvolgente sul piano musicale (brani di Jules Massenet), drammatico, psicologico, coreografico e delle ambientazioni (da Parigi alle paludi di New Orleans) che, a cinquant’anni dalla creazione, mantiene intatta la sua forza drammatica e teatrale. Cliccando sulle date segnalate in alto, potete acquistare il biglietto scontato online.
C’è ancora un posticino per il prossimo ritiro di lettura in Valle D’Aosta. Sì, uno solo. Dal 29 agosto al 1° settembre per rendere più piacevole il ritorno all’ordinarietà.
In caso ve lo foste perso, trovate qui il focus e la live di discussione su Ritratto di signora di Henry James. Ne approfitto per ricordarvi che è stata ufficialmente inaugurata la quarta tappa del gdl: a luglio e agosto leggeremo Di qua dal paradiso, romanzo d’esordio di Francis Scott Fitzgerald (ci rivediamo a settembre con gli approfondimenti!).
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Vi saluto con un meme a tema marino che finalmente pareggia i conti #giustiziambientale
Se hai dei suggerimenti su tematiche da affrontare, libri, meme e/o dritte di ogni tipo, scrivimi pure sui miei account social. Se vuoi informazioni sull’abbonamento scrivi a: info@nredizioni.it
L’iniziativa del NYT mi ha messo ancora una volta di fronte al fatto che leggo pochi libri contemporanei, forse troppo pochi, e tra quelli spesso finisco per leggere libri
che comunque non metterei tra i libri del secolo, tipo Una vita come tante. Inoltre per diversi anni non ho tenuto un diario delle letture, quindi non ricordo tutti i libri che ho letto… Insomma sto faticosamente completando la mia decina, ma potrebbe essere che tra qualche giorno decido di cambiarla😅
Grazie per il tuo commento su Il buio oltre la siepe, per me è stato un romanzo fondamentale e non capisco come si possa accusare questo libro di razzismo. È vero che le persone nere sono rappresentate in condizioni non lusinghiere, ma purtroppo in quegli anni, in quel posto, quella era la realtà. Bello? No. Giusto? Nemmeno. Però bisogna farsene una ragione… la presa di coscienza di Scout sul male per me rimane un pilastro della letteratura di formazione.