Inside Books di Ilenia Zodiaco

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L’amore come salvezza nelle Camere separate di Pier Vittorio Tondelli – Mattoni italiani 6/6

L’opera lacerante di uno scrittore morto troppo prematuramente

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Ilenia and NightReview
Dec 19, 2025
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“Nessuno può tenere distanti due persone che si appartengono e che si stanno cercando, forse anche da molto tempo e da molto distante”

Pier Vittorio Tondelli (Correggio, 1955-1991) apparteneva a un’epoca in cui gli scrittori riuscivano a fare scandalo attraverso i loro libri, e non per posizioni controverse prese sui social o sui giornali. Non era ancora stato tutto mediatizzato, non litigavamo ancora contro dei semplici riflessi, ma ci si buttava a capofitto in un corpo a corpo con idee, valori e stili di vita diversi. Per dirla come Ian McEwan, l’immaginario non aveva ancora trionfato sul reale.

Perché Tondelli è stato a lungo definito uno scrittore dello scandalo e il portavoce della gioventù alternativa italiana? Ancora oggi, infatti, su qualche manuale scolastico, quando ci si arriva, dell’autore si studia primariamente il ritratto impietoso e la mimesi del linguaggio della generazione a lui contemporanea, l’Italia degli anni Settanta e Ottanta, immortalando Tondelli (e quindi incastrandolo) in un’immagine di eterna giovinezza, rafforzata anche dalla sua morte precoce, avvenuta per AIDS a soli 36 anni.


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Dopo un’infanzia trascorsa nella profonda provincia reggiana, in cui emersero già i suoi interessi per la scrittura, la radio e il teatro, si trasferì a Bologna per studiare al DAMS. A soli venticinque anni esordisce con Altri Libertini, raccolta di racconti edita da Feltrinelli, che viene sequestrata per oscenità dal procuratore della Repubblica de L’Aquila, per circa un anno. Definita dalla giustizia un’opera “lucidamente blasfema”, che “spinge alla depravazione”. Il romanzo a più voci, infatti, descriveva le irrequietezze trasgressive della gioventù emiliana e conteneva scene esplicite di sesso, uso di droghe e soprattutto un linguaggio letterario innovativo: una mescolanza di slang e gergo giovanile, neologismi e univerbazioni, una sorta di “libertinismo” stilistico, oltre che tematico. Fu un caso editoriale clamoroso (a livello giudiziario, poi, risolto con l’assoluzione) e che portò a Tondelli un grandissimo successo di pubblico ma lo incoronò anche vate della trasgressione.

In realtà, l’autore, soprannominato “Vicky”, aveva un carattere pudico e un’indole riservata, era più interessato all’osservazione del suo tempo che allo scandalo. In effetti, in pochi come lui seppero individuare e registrare tutti i fermenti dell’emergente cultura giovanile – dalla musica, che infatti in Tondelli diventa tema letterario, all’abbigliamento – che in quegli anni si delinea come precisa categoria sociologica (“i giovani” come gruppo sociale iniziano a esistere “solo” nel Novecento, in America con Fitzgerald, in Italia dopo il boom economico).

Intanto usciva il suo secondo libro Pao Pao, anche qui una raccolta di episodi, ambientati in una caserma e con protagonisti una pletora di giovani soldati durante il servizio militare. Emerge un’altra etichetta che si cercò di appiccicargli, quella di scrittore dell’omosessualità. Tondelli, però, anche in questo caso, non voleva diventare un simbolo o un’icona vivente ma soltanto raccontare l’esistenza. La sua vita privata, infatti, non venne mai strumentalizzata per vendere i suoi libri, che, tra l’altro, si piazzavano già benissimo dal punto di vista editoriale.

Insomma, a Tondelli non interessava immettersi in un sistema mediatico usa-e-getta, soprattutto perché nei suoi libri è evidente l’intento di fotografare una realtà di outsider – omosessuali, libertini, prostitute, transessuali – che in qualche modo rivendicano la loro posizione di alterità.

Benché sia difficile vedere in Tondelli un attivista, non si può negare che la sua sia una visione oppositiva rispetto alla società tradizionale, fondata attorno al nucleo della famiglia nucleare. La sua originalità sta anche nella scelta dei soggetti rappresentati che abitano una realtà difforme dalla norma borghese, quasi nascosta in letteratura, ai margini delle narrazioni canoniche.

Lungi dall’essere degli sconfitti, i suoi libertini sono giovani non omologati, che vivono la loro sessualità con una felice sovversione e si formano in maniera alternativa attraverso l’esplorazione della propria sessualità che rifiuta la mascolinità classica, l’utilizzo di droghe psichedeliche e la fuga dalla propria casa natale per viaggiare e conoscere il mondo. Non chiedono di essere inclusi nella normalità borghese, vivono fantasiosamente la loro alterità.

Il modo in cui Tondelli ha costruito le identità dei suoi protagonisti assorbe il linguaggio di una rivoluzione culturale che proprio in quegli anni stava facendo vacillare i valori della società borghese fondata sulla famiglia di stampo patriarcale. (...) La giovinezza presentata nei primi due romanzi di Tondelli non segue gli schemi narrativi del romanzo di formazione classico, né racconta il mondo degli adolescenti come aveva fatto fino a quel momento il canone novecentesco: per i libertini tondelliani, così come per la tribù dei suoi soldati (in Pao Pao), la giovinezza è sinonimo di identità che occupano volutamente i margini, rifiutando di varcare quella soglia che li divide dal mondo degli integrati. Dal punto di vista narrativo, più che di romanzo di formazione si potrebbe parlare di romanzo di affermazione delle alterità.

Olga Campofreda, Dalla generazione all’individuo. Giovinezza, identità e impegno nell’opera di Pier Vittorio Tondelli

Tuttavia, non si può restare giovani in eterno, e con la maturità, Tondelli sente il bisogno di una letteratura più intima e riflessiva. Inizia a volersi mettere in gioco, da osservatore a oggetto d’indagine.

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