40 anni dalla morte di Italo Calvino – Inside Books #34
Un omaggio allo scrittore più versatile del Novecento italiano. E poi, la rassegna sui titoli autunnali più attesi
Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è vissuti bene.
Il Barone Rampante, Italo Calvino
Sono passati già quarant’anni dalla scomparsa di Italo Calvino, nato a Cuba da genitori italiani nel 1923 e morto a Siena, il 19 settembre 1985. Tra tutti gli scrittori e gli intellettuali del Novecento, Calvino è sicuramente uno dei più longevi, anche grazie a una carriera internazionale e un successo mediatico decisamente superiore alla media. Anche nel mercato editoriale si riconferma ancora oggi la perdurante attrattività di questo autore, i cui libri vengono costantemente rinnovati nelle vesti grafiche e nelle collane a loro dedicate.
Cosa c’è ancora da dire e da aggiungere su uno dei protagonisti culturali del Novecento? Be’, davvero tantissimo.
Italo Calvino, come tutti gli autori che hanno esteso la loro opera non in largo ma in fondo, ha una profondità e una statura tali da poter essere costantemente “riportati in superficie” per osservarli e così scoprirne nuove angolazioni e dettagli.
Anche perché Calvino è celebre per la sua versatilità stilistica: nel quarantennio creativo, che va dal 1945 al 1985, l’autore attraversò tanti indirizzi filosofi e poetici, dall’iniziale neorealismo al postmodernismo, dall’interesse inesausto per il sistema allegorico-simbolico delle fiabe all’utilizzo costante dell’ironia, l’avvicinamento alla fantascienza e ancora la fascinazione per le possibilità combinatorie del linguaggio e i giochi di parole.
Può sembrare apparentemente che ci siano “tanti” Calvino ma, in realtà, sono solo molte facce di un diamante. Nella bibliografia dell’autore, allora, convivono perfettamente Se una notte d’inverno un viaggiatore (sperimentale raccolta di racconti senza fine che chiede la partecipazione attiva del lettore), Le città invisibili (in cui si immaginano città fantastiche, ognuna corrispondente a un sentimento universale) e I sentieri dei nidi di ragno (racconto neorealistico ma dal punto di vista “fantastico” di un bambino). Sono opere diverse ma frutto dell’evoluzione stilistica e filosofica dello stesso ingegno.
Ma perché continuare a leggerlo?
Se c’è un autore capace di cogliere meglio di chiunque altro l’esperienza composita della contemporaneità è Italo Calvino. Perché in tutti i suoi libri, al centro di tutte le sue riflessioni, c’è il dilemma della visione. La conquista di una visione nitida nel marasma di immagini caleidoscopiche dei media e del commercio, è ancora – e più di prima – il nodo irrisolto e la sfida più grande della modernità.
Il signor Palomar s’aspetta di vedere estendersi davanti a sé un paesaggio umano netto, chiaro, senza nebbie, in cui egli potrà muoversi con gesti precisi e sicuri. È così? Nient’affatto. Comincia a impelagarsi in un garbuglio di malintesi, vacillazioni, compromessi, atti mancati; le questioni più futili diventano angoscianti, le più gravi s’appiattiscono; ogni cosa che lui dice o fa risulta maldestra, stonata, irresoluta. Cos’è che non funziona?
Palomar, Italo Calvino
È quindi sì, un bel momento per leggere Calvino. Anche perché è uno scrittore apparentemente semplicissimo, ma la sua è una leggerezza che sedimenta.
In un’epoca di facilonerie e semplificazioni dannose, abbiamo bisogno di una letteratura cristallina ma penetrante, capace di creare complessità e di rivelare l’irrisolvibile. Fossi in voi inizierei dalla trilogia de I nostri antenati (1960), in cui tre protagonisti appartenenti a un mondo fiabesco sono attraversati dai crucci universali dell’umanità: la differenza tra bene e male, l’interrogativo sulla nostra identità e il valore dell’anticonformismo una società omologante.
Le profezie del 2000: negli anni Ottanta l’autore provava a capire che cosa sarebbe successo negli anni Duemila all’eredità culturale dei vecchi.
Un ottimista in America: Italo Calvino e il rapporto con gli Stati Uniti.
L’intervista impossibile di Italo Calvino all’imperatore azteco Montezuma (interpretato da Carmelo Bene), pubblicata dalla Rai. E qui il commento di Franco Cimei.
Cosa leggeva Italo Calvino di Veronica Giuffré (@icalzinispaiati).
Il dialogo e la scrittura. I saggi di Italo Calvino di Sergio Bozzola e Chiara De Caprio.
Un documentario, girato da Nereo Rapetti, sulla vita di Calvino a Parigi: mentre descrive il suo rapporto con il “paesaggio interiore” dei luoghi e con una metropoli così reticolare, risulta, come sempre, più attuale che mai.
Per chi è affezionato alla sua opera fantastica, qui la lezione del prof. Alessandro Castellari dedicata alla produzione degli anni Quaranta e Cinquanta.
Angolino autopromozione: tutti i libri di Calvino sono ascoltabili anche su Storytel che fino a oggi ha attiva una promozione per avere 45 giorni di ascolto gratuito anziché 30.
Editoria e dintorni
Nel frattempo è arrivato settembre, il secondo capodanno dell’anno con il suo carico di novità e falsi buoni propositi. Il mercato editoriale comunque si è riattivato e ci sono un po’ di notizie da segnalare tra il mondo del giornalismo e quello libraio:
È morto a 78 anni Stefano Benni, autore umoristico italiano e creatore della Luisona.
Cos’è un silent reading party? Te lo spiego qui.
Il 26 settembre intervisterò in live su YouTube una delle mie autrici preferite, Marisha Pessl, che torna in libreria per Bompiani con Darkly. Puoi già salvare l’appuntamento qui! Il tuo supporto è molto gradito.
La novità che più aspetto della stagione è Gli antropologi di Ayşegül Savaş, in uscita per Gramma Feltrinelli. Un’esplorazione che “illumina la condizione dell’amore nell’epoca in cui il cosmopolitismo è ancora nella terra di mezzo della fine del vecchio mondo e dei primi vagiti del nuovo”. Per tutti i fuorisede del mondo.
Il giorno dopo, 24 settembre, esce per E/O Rifiuto di Tony Tulathimutte, una raccolta sul sentimento strisciante di sentirsi rigettati dal mondo intorno a noi. Sapevo che la sensazione di essere ghostati sarebbe ascesa a tema universale. Ne avevamo già parlato per le segnalazioni dalla critica e dai lettori all’estero, ma adesso arriva anche in Italia con traduzione di Vincenzo Latronico e un blurb in copertina di Jia Tolentino.
Tra i libri autunnali da leggere per cercare un po’ di brividi (dato che quelli climatici tardano ad arrivare), potrebbe piacervi La persecuzione delle sorelle Mansfield, edito da Mondadori. Un esordio che si muove tra allegoria, realismo magico e critica sociale. “Purvis trascina il lettore verso riflessioni senza tempo sul rapporto tra maldicenza e verità, sulla diffidenza verso il diverso e su cosa voglia dire essere una giovane donna fuori dagli schemi”. Ma attira anche la riedizione dell’inquietante testo del 1965, Il mago di John Fowles (per Safarà, dal 25 settembre). Quando Nicholas Urfe, giovane e inquieto laureato inglese, si reca su una remota isola greca nelle vesti di insegnante, non sa che rimarrà presto soggiogato dalle malie di un seducente ingannatore, il ricco e cosmopolita Conchis, a sua volta attorniato da una cerchia di figure elusive ed enigmatiche.
Dice Fazi che se ti è piaciuto Wellness e Il giorno dell’ape, ti piacerà anche Stato di sogno di Eric Puchner. In arrivo il 23 settembre.
Per i libri cult, invece, con Bur Letteraria ritorna con una nuova edizione Un viaggio sul fiume di Ann Schlee, libro finalista al Booker Prize nel 1981, recentemente rilanciato in Inghilterra e che mostra il percorso di ribellione di una donna di epoca vittoriana.
A proposito di epoca vittoriana, è uscito il trailer di Cime tempestose, ottocentesimo adattamento cinematografico del romanzo di Emily Brontë, a firma di Emerald Fennell. Sembra orrendo e totalmente irrilevante (soprattutto rispetto alle implicazioni razziali e di classe del romanzo, ancora oggi attuali), ma c’è una teoria dei fan che motiva l’infedeltà al testo originale. Perché, in realtà, questo film sarebbe il racconto di una FAN di Cime Tempestose. Una fan dell’Ottocento che legge il romanzo e ne diventa ossessionata. Sarebbe una trollata epocale, ma soprattutto l’ennesimo vilipendio al povero cadavere di Brontë.
L’intervista a Mieko Kawakami, “una scrittrice giapponese contro la letteratura giapponese”.
Una stroncatura geniale dell’ultimo romanzo di Ocean Vuong. Come sapete, ho odiato già il suo primo libro Brevemente risplendiamo sulla terra e nessuno mi convincerà che L’imperatore della gioia sia meglio.
Cosa succede se smettiamo di leggere?, un articolo uscito su Outpump in cui ci sono anch’io!
Ma alla fine perché le persone leggono di meno? Lo diceva David Foster Wallace già un bel po’ di anni fa (nel 2003!).
La storia di Kiran Desai, l’autrice indiana che vinse nel 2006 il Booker Prize con Eredi della sconfitta e poi scomparve per vent’anni. Ora è pronta per l’uscita del suo prossimo romanzo.
Il mito del talento precoce e dell’enfant prodige è radicato nella nostra cultura, ma sono tanti gli scrittori che iniziano a pubblicare “tardi” (ma poi tardi per chi?). Qui una selezione di late bloomers. Anche Goliarda Sapienza lo era, lo sapevi? Se ti sei perso l’approfondimento su L’arte della gioia, lo trovi qui.
L’arte della gioia, il teatro di libertà di Goliarda Sapienza – Mattoni Italiani 4/6
Un’immersione nell’opera principale di una delle autrici più sottovalutate ed esplosive del Novecento italiano
Vi lascio con un monito e un augurio per la spooky season:
Se hai dei suggerimenti su tematiche da affrontare, libri, meme e/o dritte di ogni tipo, scrivimi pure sui miei account social. Se vuoi informazioni sull’abbonamento scrivi a: info@nredizioni.it







