Il meglio dell’anno – Inside Books #1
L’anno è finito e state tutti aspettando il pagellone dei libri del 2023: eccolo
Il 2023 volge al termine e questo significa soltanto una cosa: è tempo di classifiche, di anticipazioni per il 2024 e di bilanci per capire se anche quest’anno la nostra Goodreads Challenge è andata così.
Da parte mia, non è andata affatto male, ho letto un centinaio di libri, ma sono più divertita da altre statistiche che il social mette a disposizione:
Se volete consultare le vostre statistiche su Goodreads, potete farlo dalla homepage, cliccando sul banner Your Year in books 2023. Le statistiche più belle, però, le vince a mani basse Storygraph, un’altra piattaforma social per la catalogazione dei libri, su cui purtroppo non riesco a importare i miei (ne ho più di 1000 su Goodreads e pensare di modificare manualmente le schede è pura follia). Forse rinuncio al passato e lo aggiornerò esclusivamente con le letture del 2024 in poi.
Top 10 2023 - Quali sono i libri più belli dell’anno per me?
Bando alle ciance e all’estetica, siamo qui per svelare i dieci libri che ho amato di più quest’anno.
Le schegge, Bret Easton Ellis
Un romanzo di corruzione, tanto avviluppante quanto annichilente. Diventerà il vostro impero romano, anche se è ambientato a Los Angeles negli anni Ottanta, in un liceo privato che racchiude la crema dell’upper society. Per immergervi ancora di più nel romanzo, è stata creata una playlist con ogni canzone citata all’interno del libro, rigorosamente in ordine cronologico. Tutto il libro, nonostante il falso aggancio della trama su un serial killer, è completamente poggiato sull’idea che sia la scrittura a “riformulare il mondo dentro una finzione”. E l’immaginazione degli scrittori è capace di “riordinare e distorcere il mondo nel quale essi stessi vivono”.
Da tempo Ellis descrive in maniera egregia questo senso di distacco, coltivando l’idea che gli unici narratori possibili siano soggetti alienati che fingono partecipazione al mondo. Questa prova di scrittura è notevole soprattutto per un uomo che non fa uso di social media e, nonostante questo, ha il dono di vedere il presente desensibilizzato in cui viviamo, in cui ogni emozione viene mediata e smaltita in 24 ore. Vuoi saperne di più? Qui la videorecensione.
Lezioni, Ian McEwan
Per chi ama l’autore britannico, un avvertimento è d’obbligo: “Lezioni” è un romanzo che sembra essere stato scritto con l’ambizione e l’intenzione di essere l’ultimo grande romanzo di McEwan, la sua eredità. Non solo perché contiene tanto della sua vita novecentesca, nata sullo sfondo dell’eccezionale secolo breve, per poi estendersi molto oltre “la fine della storia” e arrivare fino al 2020 e il COVID. Ma anche perché, a incorniciare l’intreccio di storie private e storie politiche, c’è anche un commento meta-letterario costante sui motivi per cui si scrive e per cui si vive come uomini comuni che hanno perso la dimensione della Storia Collettiva e si ritrovano al mondo senza più quei grandi schemi interpretativi a loro disposizione. È un libro sofisticato, ricco di digressioni, di ampi voli pindarici, di pensieri malinconici e tanta solitudine. È in qualche modo un tentativo di Grande Romanzo Europeo, in risposta al Grande Romanzo Americano, come 4321 di Paul Auster. Non è una prova perfetta – troppo ancorato al passato, autoreferenziale, privo del solito sprint narrativo di McEwan – ma è una prova sufficiente a renderlo uno dei migliori libri dell’anno.
Serge, Yasmina Reza
Che scoperta, Yasmina Reza! Arrivo tardissimo, lo so. Lei è una drammaturga, sceneggiatrice e scrittrice francese che ha meritatamente raccolto fama e onori da tempo, ma io ho per la prima volta letto un suo libro nel 2023. E quel libro è “Serge”. Un romanzo brevissimo, carico di tensioni, di dialoghi serrati che sudano odio, amore, rabbia, invidia e frustrazione all’interno di una famiglia di origine ebraica che si troverà a condividere un viaggio ad Auschwitz. Devo aggiungere altro? Una riflessione tragica e umoristica sul peso della memoria.
Riprendiamo a girovagare nei vialetti del campo. Ricordati. Ma perché? Per non rifarlo? Ma lo rifarai. Un sapere che non è intimamente in relazione con sé è vano. Non ci si deve aspettare niente dalla memoria. Questo feticismo della memoria è un simulacro.
Quaderno proibito, Alba De Cespedes
Altra grande autrice che non sarà mai troppo tardi per scoprire è Alba De Cespedes: poetessa, scrittrice e partigiana del Novecento italiano. Il fatto che il suo nome di battaglia, nonché il suo pseudonimo radiofonico, fosse “Clorinda” (il nome di una delle mie migliori amiche), mi ha fatto ancora più legare a questa donna su cui fortunatamente Mondadori ha avviato un’operazione di recupero editoriale attenta e curata che ci permette di poter scegliere tra un corpo di opere vasto. “Quaderno Proibito”, così come tutti i suoi romanzi, si occupa di raccontare la questione femminile. Ci troviamo a Roma, negli anni Cinquanta, in un contesto piccolo-borghese. Una storia comune che, tuttavia, assume un carattere letterario grazie alla voce di Valeria, che ha poco più di quarant’anni ed è schiacciata dalla banalità della propria vita, fatta di ruoli predeterminati di casalinga, madre, moglie, segretaria, massaia. Un giorno, però, decide in maniera irragionevole e inspiegabile di iniziare a scrivere un quaderno. È quello che stiamo leggendo. La miccia che accende il suo monologo è quell’aggettivo che l’accompagna: proibito.
Tokyo anno zero, David Peace
Noir storico con nume tutelare Ellroy, “Tokyo anno zero” vi mostrerà un Giappone mai visto, in cui i treni non arrivano in orario, tutto marcisce e regna il caos. Si tratta del momento storico forse peggiore del paese del Sol Levante ovvero il 1946, a seguito dell’attacco nucleare e alla successiva resa. Di Peace, voglio leggere tutto. Ha uno stile espressionista, ipnotico e allucinato. I suoi sono crime novel di grande intensità e atmosfera, dove l’impronta politica è tutto e niente è davvero come sembra. Elaboratissimo.
L’impostore, Zadie Smith
Un omaggio critico alla letteratura vittoriana, da una prospettiva postcoloniale e contemporanea. “L’impostore” è un libro spassoso, diviso in capitoletti brevi e filosofici che riflettono sulla questione più antica che ci sia: la verità è un autoinganno? Siamo tutti degli impostori agli occhi degli altri? E per noi stessi? Smith riflette sui ruoli sociali e di genere imposti dalle politiche imperialiste britanniche del tempo, ma le sue riflessioni sono molto più longeve, umane e profonde, rispetto all’epoca che descrive (l’Ottocento).
In effetti a me sembra che ogni suo libro parli sempre di vergogna, rabbia e scrittura. Qui c’è una splendida intervista a riguardo.
Se conoscete la scrittrice, sapete quanto possa essere analitica ma mai corrosiva nella sua satira, eccetto con gli scrittori (con Dickens, in primis, è spietata). Questo è il suo primo romanzo storico, ma con lo sguardo rivolto al blaterante populismo dei giorni nostri. Letto subito dopo la nostra scorpacciata di Mattoni Inglesi, si è rivelata la ciliegina sulla torta.
La stanza di Giovanni, James Baldwin
Che male certi libri. Una potenza lirica che spazza via tutta la sporcizia, la crudeltà della fredda pietra grigia che ricopre Parigi. La storia di un newyorkese che fugge dall’amore, cede alla vergogna per paura della sua omosessualità, prova ad amare cautamente ma non si può, attraversa l’oceano pur di non guardarsi dentro ma non può evitare se stesso. Sensuale, straziante, allusivo. Al contempo una delizia e una sofferenza. Un libro micidiale. Mi è venuta in mente una citazione di Dargen:
L’amore è quell’intertempo, in cui qualcuno ti trattiene e ti tira in una stanzetta. E tu cerchi di fuggire e di restare indipendente nel mondo ma quando ci ripensi, ti ricredi e ti ritiri e ti sembra il caso di restare, perché il mondo non è poi così grande e la suddetta stanzetta non è poi così male.
A proposito di citazioni, questo libro ne contiene una che andrebbe scritta su tutti i muri del mondo.
Sula, Toni Morrison
Di Toni Morrison quest’anno ho letto anche “Jazz”, ma “Sula” è ciò di cui avete bisogno: un’amicizia femminile complementare tra due donne nere diversissime, meno di 150 pagine, un condensato di poesia su identità e desiderio femminile. L’amica geniale prima dell’amica geniale di Ferrante. Meno armonico rispetto ai romanzi più maturi di Morrison, però magnifico.
Cose dell’altro mondo, Elizabeth McCracken
La migliore raccolta di racconti dell’anno è di Elizabeth McCracken: scrittrice bizzarra, adorabile, fantasiosa e un’eccezionale dialoghista. Vi si spezzerà il cuore. Se avete amato “L’ultima cosa bella sulla faccia della terra”, o ne siete rimasti delusi, venite qui.
L’immortale, Catherynne Valente
Il miglior fantasy dell’anno, invece, è questa complessa rilettura del folklore russo: fiabesco e terrificante, metaletterario e romantico, incantevole e spietato. Un libro che vive di paradossi splendenti. Faticoso ma solo se non sapete coprirvi bene d’inverno.
Dedico una piccola sezione alle riletture che, per non barare, non considero nella classifica generale:
A gennaio abbiamo inaugurato il programma di lettura dei Mattoni Inglesi con Orgoglio e Pregiudizio (il libro più riletto nella storia del mondo?) ma soprattutto con il mio Jane Austen January, una maratona in cui ho riletto tutti e sei i romanzi di Austen, e subito dopo il saggio più bello che ci sia a riguardo: Sei romanzi perfetti di Liliana Rampello. Vi ho dato un’idea per il vostro gennaio 2024?
Tra le riletture più spumeggianti dei Mattoni, comunque, ci piazzo Middlemarch, il romanzo più sottovalutato della storia della letteratura (sono solo 1000 pagine!), e La Signora Dalloway di Virginia Woolf (di cui continuerò a leggere per tutto il 2024).
Non faceva parte del programma ufficiale, ma una bella scoperta inglese è stato anche Camera con vista di E.M. Forster, un membro attivo del Circolo Bloomsbury.
Tra le riletture, ci mettiamo anche Il ciclo di Bartimeus di Jonathan Stroud, un urban fantasy irriverente, burlone, profondo, intelligentissimo e con un finale sapiente. Ci ho versato parecchie lacrime. E finalmente posso dire di aver finito almeno una saga in questo 2023 (io non porto a termine le saghe, non chiedetemi perché, ho questo problema).
Ci sono ovviamente molti altri libri che meritano almeno una menzione d’onore per questo 2023: V13 di Emmanuele Carrère; Lascialo gridare, lascialo bruciare di Leslie Jamison; Tomorrow and Tomorrow and Tomorrow di Gabrielle Zevin; Baumgartner di Paul Auster; Il quinto figlio di Doris Lessing; Febbre di Ling Ma; Membrana di Chi Ta Wei; Le sette lune di Maali Almeida di Shehan Karunatilaka; Ufficio premonizioni di Sam Knight; e tanti altri.
Purtroppo la vita è fatta di scelte. E questi sono solo libri. Se volete arrabbiarvi con me, su YouTube trovate anche la Flop 10 dell’anno con, probabilmente, qualche vostro autore preferito. Spiace.
Cos’hanno letto gli altri?
Per chi non ha il coraggio di leggersi le diecimila classifiche estere a tema “migliori libri del 2023”, PARE che dobbiamo tenere d’occhio questi titoli:
The Bee Sting di Paul Murray, un romanzo familiare tragicomico di più di 600 pagine. Forse l’unico che attendo davvero, esce in Italia nel 2024 per Einaudi;
Altro titolo irlandese – è un grande momento per la letteratura irlandese, dice Il Post – Prophet’s Song di Paul Lynch, romanzo distopico che descrive una società sull’orlo del totalitarismo e che arriverà in Italia a inizio anno per 66thand2nd.
North Woods di Daniel Mason, che verrà pubblicato a febbraio da Neri Pozza: “un romanzo originale che copre un arco narrativo di cinque secoli grazie a un unico filo conduttore: una casa sperduta in un bosco del Massachusetts”.
Catene di Gloria di Nana Kwame Adjei-Brenyah. Non so perché tutti continuino a citare questo libro che a me sembra davvero un incrocio tra Hunger Games e Black Mirror, ma un motivo ci sarà quindi con il beneficio del dubbio lo inserisco.
Il ritorno della neozelandese Eleonor Catton – vincitrice del Booker Prize nel 2013 con The Luminaries che mi ha sempre chiamato ma non ho mai letto – con Birnam Wood, un thriller shakespeariano su un gruppo di attivisti che fanno “guerrilla gardening”. Sembra scoppiato. Mi piace.
Per rimanere sul suolo italico, bella la selezione di Vanity Fair, a cura di Laura Pezzino. Sul mio comodino c’è già questo.
Cosa si leggerà nel 2024?
Un po’ per come gira il mercato italiano, un po’ per inclinazione personale, preferisco non mettere countdown mille mesi prima dell’uscita di un libro quindi vi segnalo per le novità editoriali soltanto due cose:
dal 12 gennaio 2024, una ristampa delle opere di Wilkie Collins da parte di Fazi Editore, in occasione del bicentenario della nascita dell’autore;
una nuova saga familiare blandamente horror di Michael McDowell, autore della saga senza infamia e senza lode Blackwater. L’entusiasmo, come potete percepire, non è alle stelle ma Gli aghi d’oro è ambientato nella New York del XIX secolo e il lavoro di art di Pedro Oyarbide è sempre favoloso. Ci si potrebbe pensare. Esce il 16 gennaio.
Se volete farvi rimbambire dalle oltre 370 uscite editoriali dell’anno, Il Libraio ha pubblicato il suo consueto listone. Entusiasmo per poco o nulla praticamente, forse solo Aut-Aut di Batuman che dopo soli mille anni arriva in Italia per Einaudi.
Oltre i mattoni c’è di più
Dovete segnare sul calendario il 1° gennaio 2024, lo sapete già. Si inizia un nuovo percorso di ascesi letteraria puro divertimento con i mattoni 2024, ma sono solo sei libri quindi il resto del tempo siete liberi di vagare in altri GDL.
Tra quelli della community social, ve ne segnalo tre:
Quello su Bret Easton Ellis e altre due scrittrici appartenenti al “brat pack”, a cura di Attorcigliata e Marco Cantoni
Pagine d’autrice, di Federica Urso e altre 11 bookstagrammer, dedicato alle autrici italiane del Novecento, troppo trascurate e ignorate dai canoni letterari.
Un gruppo di lettura femminista che leggerà, per tutto l’anno, TUTTO “Il secondo Sesso” di Simone De Beauvoir: lettura lenta, analisi e decostruzione.
A proposito invece di cose che NON vogliamo trascinarci nel 2024, vi lascio con un video di una booktuber che stimo parecchio – nonostante gusti diametralmente opposti – che analizza i più odiosi Book Trend dell’anno appena trascorso con l’augurio e la preghiera di lasciarli dove sono.
Spero che non vi abbiano rovinato il pranzo di Natale (o il Cenone della Vigilia, se siete terroni come me) con dei libri di melma (a proposito, avete visto l’ultimo episodio?) e che stiate trascorrendo le vostre vacanze distesi tra le pagine di un ottimo libro!
Per questo numero di Inside Books è tutto, ci sentiamo per il grande annuncio.
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Come al solito segno tutte e mi preparo ad un altro anno di povertà 😂
Non vedo l'ora di scoprire cosa proponi per il gld del 2024, l'anno scorso non sono riuscita a leggere con voi ma quest'anno non me lo perdo per nulla al mondo 💪