Cosa succede quando affidiamo le nostre letture ai social? – Inside Books #9
Esiste una tecnologia buona e una cattiva? Siamo diventati impazienti e pigri anche quando si tratta di leggere?
Non credo di esagerare quando dico che è da circa 6 mesi che sto cercando di abbandonare Goodreads, un social dedicato unicamente alla community di lettori online che, in passato, mi ha dato grandi gioie: dalle iconiche sfide di lettura annuale fino alle statistiche di riepilogo da veri nerd. Questa piattaforma ha registrato minuziosamente tutte le mie letture dal 2013 a oggi. 2013! Sembra un’èra giurassica.
Cosa è successo, allora? Ha semplicemente smesso di funzionare bene.
C’è davvero bisogno di dover spiegare quanto sia frustrante cercare di navigare su un sito che si blocca, spesso e volentieri, su pagine che non caricano e, angoscia delle angosce, quanto sia deprimente dover compilare cento volte lo stesso form che restituisce all’infinito un errore tecnico?
Mi sono ormai rassegnata al fatto che Goodreads non sia più un’esperienza piacevole (c’era un tempo in cui non vedevo l’ora di sbirciare le recensioni o compilare una scheda di lettura dopo aver terminato un libro) ma, vi dirò di più, sono anche ben consapevole che sarà sempre peggio, visto che Amazon ha smesso di investire nello sviluppo e nelle evoluzioni del sito, ma soprattutto nella sua qualità.
Mi sono, quindi, guardata attorno e ho scelto, su spinta del passaparola in rete, Storygraph, soprattutto perché rende possibile l’importazione di tutti i dati che da anni accumulo su Goodreads. In questo modo avrei avuto la possibilità di passare a un’altra piattaforma, trasferendo contemporaneamente anche la libreria costruita online nel corso degli anni (con tanto di recensioni ma, soprattutto, date di lettura e valutazioni). Purtroppo non è stato così semplice. L’importazione dati è una grana: errori su errori, buchi nei dati, mancanza di informazioni, poche corrispondenze. Avrei dovuto correggere molte schede manualmente per sistemare la situazione. E ancora oggi penso di doverlo fare. Ma rimando da mesi, perché la verità è una sola: affidiamo alla tecnologia gran parte della nostra memoria, delle nostre abitudini, dei nostri comportamenti.
Sono dei veri e propri luoghi di azione, e cambiarli non è semplice: la tecnologia sa come farci rimanere e rende il passaggio da un social all’altro il più complicato possibile (chiudere l’app di TikTok è diventato più faticoso di trovare la via d’uscita da un labirinto). Figuriamoci poi trasferire la nostra identità – per quanto nel caso di Goodreads circoscritta ai libri – da un sito a un altro: è noioso dover imparare tutto da zero. Siamo pigri e indolenti, probabilmente è anche la disponibilità tecnologica ad averci reso così. Non mi piace, però, dover dipendere unicamente da una piattaforma privata. Lo dico spesso: se domani Meta dovesse chiudere i battenti, probabilmente perderei il lavoro. È anche il motivo per cui ho deciso di iniziare a scrivere una newsletter, coltivando spazi esclusivamente miei.
Che è anche il motivo per cui ho iniziato ad appuntare sia un foglio excel per tener traccia delle mie letture sia un reading journal (che è ancora un quadernetto qualsiasi, ma ho dei progetti per personalizzarlo). Sicuramente troverò la forza di volontà per aggiornare Storygraph, ma avere dei piani di riserva è sempre saggio.
Inoltre, questo piccolo rituale della scrittura a mano, ogni volta che finisco di leggere un libro, mi riappacifica con il mondo. Intendiamoci: non ho una calligrafia elegante, né mi voglio allenare ad averla. È un esercizio fertile per lo spirito critico e la capacità di riflettere su quanto un libro ci abbia dato, non l’ennesimo momento estetico e performativo. È solo un modo per prendersi un po’ di tempo per spremere i libri (e bersi il succo). Specialmente poi se il libro in questione è Bluets di Maggie Nelson, un meraviglioso memoir lirico e luminescente sull’ossessione dell’autrice per il colore blu (ricorda qualcuno?), la perdita di un compagno e mille altri fatti e fattarelli che l’autrice è in grado di incidervi addosso con una scrittura anticonformista e lacerante. Davvero una scoperta bellissima.
Così come altrettanto sorprendente è stato l’incontro con Il libro dell’oca di Li Yiyun, che è il risultato più evidente di un incontro tra la brutalità di Ottessa Moshfegh e la smarginatura di Elena Ferrante. È la storia di due amiche che si saccheggiano a vicenda, la storia di un dominio, di un’ossessione, forse di un amore. Ho letto parecchie recensioni sul romanzo e sono sinceramente oltraggiata dal fatto che sia un titolo divisivo. Per me l’ambiguità sottile della scrittura - senza nemmeno considerare il tessuto simbolico interessantissimo, basato sul regno animale - bastano a renderlo un libro notevole. Certo, non è un titolo urlato, didascalico, ricattatorio, che fa perno sulle lacrime del lettore. Ma si affida sul non detto, sulla capacità di scrutare oltre ciò che si esplicita. Già, forse è questo il problema… non abbiamo più pazienza con nulla, nemmeno con i libri. Vogliamo sempre tutto e subito?
Le mie riflessioni sulla dipendenza dai social mi hanno portato su questo articolo meraviglioso di Scrolling infinito dedicato a YouTube, s’intitola: YouTube si prenderà tutto. È forse l’antisocial per eccellenza perché da sito di condivisione si è evoluto per diventare qualcosa di più (una gigantesca piattaforma di contenuti audiovisivi lunghi e approfonditi, a differenza di altri prodotti, sparati a ciclo continuo, senza interruzioni). E proprio per questo non credo morirà mai. Non a caso ci investo professionalmente da anni, non mi sognerei mai di far uscire un video di 47 minuti su nessun altro canale che non sia YouTube.
Perché so che ripaga in termini di:
1) durata di visualizzazione (su altre piattaforme siamo al mezzo secondo di attenzione);
2) feedback ricevuto (i commenti di YouTube non sono così tanto livorosi, o almeno, non tra chi mi segue) e livello della discussione.
E voi quanto tempo investite su YouTube? Io lo uso per: formazione personale, intrattenimento, sport, informazione, passioni e hobby.
Praticamente è la versione super saiyan della televisione, cucita su di te e sui tuoi bisogni. Scegli tu tutto ciò che desideri guardare e sapere. Penso che le potenzialità del mezzo siano infinite. In termini di gratificazione personale, non c’è nessun contenuto breve che mi restituisca la soddisfazione informativa e l’intrattenimento di un video approfondito, mi spiace. Sto cercando di passare sempre più tempo in luoghi che preservino e allenino la mia attenzione, anziché dissiparla.
Sempre per allenare la concentrazione, consiglio poi un’altra attività ricostituente: a fine agosto partiamo per un nuovo ritiro di lettura in montagna. Ci sono ancora pochi posti, non indugiate! Questa volta si va in Valle D’Aosta, una delle mie regioni preferite dove ho imparato a sciare a trent’anni (sì, tutto è possibile).
Ricorrenze illustri
Il 3 giugno è stato il complemorte di uno dei miei autori preferiti, di cui recentemente è uscita anche una biografia mostruosamente lunga. Qui un recap. Su Kafka ci ho scritto anche la tesi di laurea triennale, comparandolo a Nabokov e Dürrenmatt. Una volta avevo più fantasia, lo ammetto. Su Rivista Studio si può leggere un articolo di Giulio Silvano che riassume le incredibili sfortune editoriali e l’immenso successo postumo, ma si va più a fondo, svelando quanto K. sia stato e sia tuttora un autore fondamentalmente incompreso.
Sempre riguardo alle ricorrenze, per completezza rispetto alla rassegna precedente, riporto anche un altro omaggio fatto al famoso scrittore americano recentemente scomparso: è un video di TheBookchemist, un creator che apprezzo moltissimo: “A tribute to Paul Auster”.
Editoria e dintorni
Dello stretto legame tra industria dell’intrattenimento e libri, leggetevi questo pezzo del New York Times su Reese Witherspoon e il suo “Literary Empire”.
Ricordate che nella scorsa rassegna segnalavo l’anomala vittoria del Pulitzer di un romanzo, a mio parere, abbastanza anonimo? Be’, non sono l’unica a pensarla così, qui una recensione a dir poco incredula.
A proposito di premi di cui diffidare, è uscita la selezione dei finalisti per il Premio Strega 2024. C’è stato un po’ di stupore nell’esclusione di Panarello e Lattanzi. Io rimango sempre molto tiepida, ma potrebbe essere un bias esterofilo alla Stanis LaRochelle, quindi se c’è qualche romanzo da recuperare, fatevi avanti e convincetemi a leggerlo.
In verità, rimanendo sul suolo italico, sto meditando di avvicinarmi a un gigante della letteratura italiana contemporanea, forse il più importante punto di riferimento della narrativa, ovvero Walter Siti. La sua ultima uscita ha una trama decisamente interessante, ma in libreria ho anche molti altri suoi titoli. Dopo aver a lungo rimandato la lettura, quest’estate sarà il momento di uno scrittore estremo che ha reso il realismo della fiction un’arma per attaccare il reale?
Nella mia reading list di autori e autrici fondamentali da leggere prima di morire c’è anche Colette, icona letteraria scandalosa della Francia novecentesca. Qui un articolo con delle curiosità sulla sua opera e la sua personalità, compresa una strana ossessione per le piante.
Sono ben consapevole che la stessa idea di avere una lista di libri da leggere è totalmente assurda visto che 1) non si esaurirà mai 2) continua a cambiare per via delle più recenti uscite. Se dovessi stilare tutte le TBR fatte nel corso della vita occuperebbero un’intera ala della Biblioteca di Alessandria, se non fosse bruciata. Un esempio clamoroso è Mariana Enriquez, autrice argentina di gotici contemporanei, di cui è stato appena annunciato un nuovo libro, quando io ancora devo leggere i suoi tre libri precedenti!
Come vedete, i piani di lettura non possono servire a stare al passo con il mercato editoriale, sarebbe un fallimento in partenza. Servono solo a noi per non dimenticarci i consigli di lettura ricevuti, i libri che abbiamo acquistato e abbandonato in libreria, darci delle priorità e, anzi, non cedere del tutto al fascino delle nuove uscite. O, almeno, cercare un fragile equilibrio.
Se invece amate la nevrastenia editoriale e stare al passo con i nuovi libri in uscita, vi segnalo un video che ho fatto su quelle che, secondo me, sono le novità più interessanti in libreria, tanti grandi ritorni come quello di Murata Sayaka, Mona Awad e Catherine Lacey (con quello che sembra uno dei libri più suggestivi degli ultimi mesi ovvero Biografia di X).
Appuntamenti e miscellanea
A proposito di novità, Leigh Bardugo, autrice tra le più rilevanti del panorama fantasy, in occasione dell’uscita del suo nuovo romanzo – Il famiglio, ambientato durante la Controriforma, un ibrido tra il genere storico e il realismo magico – verrà in Italia l’11 giugno al Teatro Manzoni di Milano. Qui i dettagli. Come sempre, se sarete in sala, fatemelo sapere per un saluto.
È un po’ presto ma lo dico, così non prendete impegni: il 24 giugno, alla libreria Colibrì a Milano, insieme a me e a Ester Viola, incontreremo Hua Hsu, autore del memoir Stay True. Tracce di un’amicizia, edito da NR edizioni, vincitore del premio Pulitzer 2023.
Anche per oggi è tutto, ci rivediamo nelle vostre caselle di posta, al prossimo giro in giostra! E ricordatevi… sta arrivando l’estate:
Se hai dei suggerimenti su tematiche da affrontare, libri, meme e/o dritte di ogni tipo, scrivimi pure sui miei account social. Se vuoi informazioni sull’abbonamento scrivi a: info@nredizioni.it
Goodreads è unicamente il mio tracking dei libri, lo aggiorno con i libri letti per poter tornare anche dopo mesi/anni e spulciare cosa e quando avevo effettivamente letto.
Per il resto ho scoperto un’app che si chiama Bookmory che non è un social ma una specie di diario di lettura in formato app. Lo trovo comodo per non solo segnare i libri letti ma anche riflessioni, pensieri, appunti, frasi che mi sono piaciute.
In merito a YouTube, in fatto di “mondo libri” per me rimane imbattibile. I social “brevi” possono essere di intrattenimento ma come si fa a raccontare i libri in post o video di pochi secondi? Sono sicuramente due cose diverse e vanno bene entrambi. Ma sono sempre molto grata per tutte quelle persone che, proprio come te, non abbandonano i video su YouTube 🫶🏻
Newsletter sempre molto interessante, non ho mai usato goodreads e tutti i problemi tecnici che hai riscontrato mi rendono solo felice di non esserci finita, mi avrebbe devastato “perdere” così tanti dati
Colgo anche l’occasione per scrivere che l’illustrazione dello scoiattolo che riempie la tana di libri è di un illustratore italiano, Franco Matticchio ♡